Nell’assegnazione delle risorse, in acconto, dalla Regione alle ex Province, la Città Metropolitana di Messina ha un’amara sorpresa e svolge il ruolo della Cenerentola rispetto a Catania e Palermo.
A segnalare la differenza, in termini di euro, è il Csa Regione autonomie locali, l’organizzazione sindacale che da tempo si batte per il rispetto dei diritti negli Enti intermedi sostituiti con i Liberi Consorzi e le Città Metropolitane.
Dati alla mano, l’acconto sull’assegnazione delle risorse per il 2016 destinato a Messina è di poco più di 291 mila euro, la metà dell’acconto per Catania ed un terzo di quello di Palermo. La percentuale comunque rispecchia la proporzione relativamente alle somme assegnate nel 2015.
“ Il decreto di assegnazione delle risorse alle ex province, pubblicato in Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana il 23 settembre e che saranno utilizzabili, fra l’altro, anche per i servizi di assistenza agli studenti disabili, riserva un’amara sorpresa per la Città Metropolitana di Messina- scrive Antonio Padalino- L’Ente di Palazzo dei Leoni figura infatti all’ultimo posto fra le nove ex Province con un’attribuzione che è addirittura meno di un quarto di quella di Enna e oltre la metà rispetto alle altre due Città Metropolitane di Catania e Messina. Il CSA non ci sta e chiede al Sindaco Accorinti di ricorrere nelle sedi opportune avverso criteri di assegnazione che appaiono ormai illogici ed ingiustificati alla luce del ruolo che le norme nazionali e regionali assegnano alle Città Metropolitane. Facciamo anche appello alla deputazione regionale affinchè si spenda per difendere il territorio e la collettività da quello che sembra un vero e proprio esproprio”.
Basta dare un’occhiata alla tabelle delle risorse allegata al decreto del 3 Agosto 2016, pubblicato sulla GURS del 23 settembre dall’ assessorato alle Autonomie per vedere le differenze non solo rispetto a Palermo e Catania, ma anche rispetto ad Enna ed Agrigento, realtà di gran lunga più piccole della nostra.
Agrigento, ad esempio, nel 2015 si è vista stanziare oltre 2 milioni e 200 mila euro, pertanto, nell’acconto, pari al 30% per il 2016 ottiene 675 mila euro. Ad Enna va persino meglio, con oltre 4 milioni nel 2015 ed un acconto di 1 milione e 300 mila per l’anno in corso. Catania ha ottenuto quasi 2 milioni nel 2015 e se ne vede stanziati in acconto 586 mila per il 2016, mentre Palermo, avrà un acconto di oltre 700 mila euro.
Messina, la Cenerentola, nel 2015 ha avuto 972 mila euro, pertanto per il 2016 avrà un acconto di 291 mila euro. Il totale delle somme destinate dalla Regione alle ex province nel 2015 è stato di oltre 19 milioni di euro, mentre l’acconto supera i 5 milioni di euro.
Da qui l’appello del CSA sia al sindaco metropolitano che alla deputazione, ritenendo “ingiustificato ed illogico qualsiasi criterio adottato nella distribuzione delle somme, anche alla luce delle funzioni, della fascia demografica e del ruolo istituzionale e costituzionale nonché delle norme di riforma degli enti di area vasta che attribuiscono alle Città Metropolitane un ruolo fondamentale nello sviluppo del territorio”.
Rosaria Brancato