Non all’interno del Centro Clinico, non all’interno di una cella della sezione più “moderna” del Carcere di Gazzi, bensì nel reparto Camerotti, quello più grande, al piano terra, in una delle 16 celle destinate ai detenuti di media sicurezza.
Ha trascorso così la sua seconda “prima notte” l’onorevole Francantonio Genovese, che ieri pomeriggio alle 16.39 ha varcato la soglia della Casa Circondariale di Gazzi “accompagnato” dalla Punto grigia della Guardia di Finanza.
L’ultima immagine prima di sparire oltre il cancello verde che divide per antonomasia la libertà dalla reclusione, era stata quella di un uomo dietro ad un finestrino, rasato, sguardo vacuo, che accennava un sorriso ed un saluto a fotografi e giornalisti.
Una volta all’interno, Genovese è stato sistemato come un normale detenuto nella sezione di media sicurezza del reparto Camerotti, poi la cena, la nottata, abbastanza tranquilla, e questa mattina il colloquio con Padre Salvatore Alessandrà, storico cappellano del carcere.
Un copione che potrebbe sembrare simile a quello dell’ultima volta, quando il deputato era rimasto nel Reparto Clinico, da solo, per 6 giorni prima che il Gip Giovanni De Marco accogliesse l’istanza di scarcerazione presentata dall’avvocato Nino Favazzo.
Eppure le differenze sono evidenti.
Lo scorso 15 maggio, dopo che la Camera dei Deputati aveva detto sì all’arresto, era stato lo stesso deputato a presentarsi dinnanzi alle porte di Gazzi, su un Suv scuro, sguardo fiero, accompagnato dal suo difensore. Stavolta, invece, è stata la Finanza a condurlo dalla sua villa di Ganzirri, dove si erano affollati parenti ed amici per gli ultimi saluti, fino al cancello verde della Casa Circondariale.
L’ultima volta, all’ex Sindaco di Messina era stato “riservato” un posto nel Centro Clinico. Questa volta, nella sezione di media sicurezza.
Il colloquio con Padre Alessandrà, invece, fa parte di quel pezzo di copione che si ripete anche a distanza di 8 mesi.
La scorsa volta, il deputato era rimasto a Gazzi per 6 giorni esatti per poi trascorrere i successivi mesi ai domiciliari, nella villa di Ganzirri. Qualche giorno fa il giudice aveva anche attenuato le esigenze cautelari concedendogli di poter comunicare ed incontrarsi con chiunque. Poi, due giorni fa, la sentenza della Cassazione: Genovese torni in carcere. Con ogni probabilità, vi rimarrà poco, in attesa poi dell’altra data importante, quella di fine febbraio, quando inizierà il processo che lo vede imputato, insieme ad altri, nella maxi inchiesta Corsi d’Oro Bis. (Veronica Crocitti)