Entro fine anno, o al massimo ad inizio 2016, l’Atm potrà brindare a 17 nuovi autobus. L’autoparco dell’azienda di via La Farina potrà contare su un bel pacchetto di mezzi che il Comune è pronto ad acquistare per dare nuova linfa al trasporto pubblico locale messinese. Un’operazione da 4,3 milioni di euro che sarà quasi totalmente finanziata dai fondi dei vecchi Accordi di Programma che il Comune aveva sottoscritto con il Ministero dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare tra il 2007 e il 2008. Soldi che dovevano servire a finanziare interventi mirati a migliorare la qualità dell'ambiente e della vita attraverso una serie di progetti che prevedevano ad esempio l’acquisto di nuovi bus a metano, la realizzazione di piste ciclabili, la copertura di un tratto del torrente Annunziata, la realizzazione di un centro di distribuzione urbana delle merci, il completamento della messa in sicurezza della tranvia urbana. Per alcuni di questi progetti qualcosa si è mosso, per altri però a distanza di oltre cinque anni mancava addirittura l’approvazione da parte degli uffici regionali. E siccome il tempo a disposizione per evitare di mandare in fumo questo tesoretto scade il 31 dicembre 2015, l’amministrazione Accorinti ha deciso di rimodulare alcune programmazioni in modo da dirottare i fondi sull’acquisto di mezzi a basso impatto ambientale di cui l’Atm ha grande necessità.
Una sfida lanciata dall’assessore Gaetano Cacciola poco più di un anno fa, quando iniziò il lavoro per rivedere totalmente i Programmi Operativi di Dettaglio e ottenere il via libera dalla Regione. Mesi intensi di lavoro che però sono stati premiati da un responso positivo che oggi mette nelle mani di Palazzo Zanca la possibilità di tornare a investire in modo concreto sul trasporto pubblico messinese e su un’azienda di cui non è ancora chiarissimo il futuro societario ma che, in virtù del Piano di riequilibrio, dovrà macinare sempre più km per rispettare le previsioni di entrata inserite nel riequilibrio.
Ci saranno tre bandi di gara, due già predisposti dagli uffici comunali, uno che invece sarà curato dall’Atm. Il Comune mette sul piatto 2.224.000 euro (1,8 milioni a base d’asta e 424 mila euro per somme a disposizione) per acquistare 9 autobus urbani alimentati a gasolio, cat. M3 classe 1, Euro 6, di lunghezza compresa tra 7,70 metri e 8,60 metri. Poi c’è il bando per altri 3 bus con le stesse caratteristiche dei precedenti, ma di lunghezza compresa tra 11,80 e 12,20 metri, per un importo complessivo di 864.586,96 euro (690 mila euro a base d’asta e 174.586,96 per somme a disposizione).
Il Dipartimento Mobilità Urbana ha predisposto la documentazione tecnica relativa alle due gare d’appalto a procedura aperta, l’espletamento della gara sarà effettuato dall’Urega e sarà aggiudicato a chi presenterà l’offerta economicamente più vantaggiosa.
Altri 5 mezzi con le stesse credenziali e sempre di lunghezza compresa tra 7,70 e 8,60 metri saranno invece acquistati direttamente da Atm. La Regione lo scorso 18 agosto, nell’ambito del Programma di finanziamenti per il miglioramento della qualità dell’aria attraverso interventi di potenziamento e ammodernamento del trasporto pubblico locale, ha trasmesso la ripartizione delle risorse assegnate a favore dei Comuni, che ammontano complessivamente a 7.981.515,42 euro. A Messina è toccata una quota pari a 1.248.071,30 euro che l’amministrazione Accorinti ha deciso di destinare all’acquisto di autobus a basso impatto ambientale. Siccome però il finanziamento sarà erogato dalla Regione solo a rimborso delle somme già pagate dall’amministrazione per la fornitura dei bus, e Palazzo Zanca non poteva materialmente impegnare questa somma poiché non vi è ancora nessun bilancio di previsione, sarà l’Atm a bandire la gara d’appalto.
Il parco mezzi si prepara dunque a crescere ed abbassare l’età media dei suoi autobus, ormai quasi tutti vecchi. Si è deciso di puntare soprattutto sui bus “corti” quelli che potranno essere impiegati soprattutto nei villaggi in modo da dare finalmente dei servizi che non facciano sentire gli abitanti delle periferie come abitanti di serie b.
Una notizia positiva che però riaccende un problema: la carenza di autisti. E’ noto ormai da tempo che i conducenti di bus all’interno dell’Atm non sono sufficienti a coprire le reali esigenze aziendali, un problema che suona quasi come un paradosso, considerate le continue e reiterate polemiche sul numero dei dipendenti di via La Farina. Eppure gli autisti non bastano e lo dimostra il fatto che da quando è cresciuto il numero dei mezzi in strada sono cresciute anche le ore di straordinario a cui l’azienda è costretta a ricorrere per garantire i servizi. Ad oggi si viaggia con una media di 10 turni di straordinari al giorno e, considerato anche che si avvicinano i mesi estivi e le ferie, questo dato potrebbe aumentare vertiginosamente. Ci sono poi gli storici precari con i contratti in scadenza il 31 luglio. Sono 80 e la maggior parte di loro è impiegata in settori cruciali: basti pensare che ben 25 sono autisti. Più di un mese fa il Direttore Giovanni Foti aveva assicurato la proroga dei contratti fino a fine anno in attesa di predisporre un piano di stabilizzazione. Ad oggi però è tutto fermo. Così come è in stallo anche il percorso che porterà alcuni dipendenti tra le fila dei conducenti attraverso una selezione interna indetta nei mesi scorsi. Sono 13 i lavoratori che hanno presentato domanda e due settimane fa l’assessore Cacciola, durante una riunione richiesta dal sindacato Orsa, ha assicurato che sarebbe partito nel giro di pochi giorni ma non ci sono ancora notizie.
“All’Atm anche le cose più semplici diventano difficili. Senza assunzioni, che allo stato non possono essere fatte, l'unica strada è stabilizzare il precariato e riqualificare ad autista il personale interno a cominciare dalla Ztl che è il più giovane e che si rende disponibile a proprie spese a conseguire le abilitazioni necessarie. Mentre a Palazzo Zanca si pensa a discutibili e fantasiose alchimie tra società partecipate, si continua a non risolvere problemi ben più urgenti e l'atm rischia di fermare i mezzi per carenza di autisti” commenta il segretario dell’Orsa Trasporti Michele Barresi.
Un’Atm che rischia di fermarsi per carenza di autisti dopo anni di servizi ridotti al lumicino per carenza di mezzi. E allora questo sì che sarebbe davvero un paradosso.
Francesca Stornante