Nella serata di ieri la congeniale predisposizione delle correnti atmosferiche in quota ha permesso alla nube di cenere, sprigionata dall’intensa eruzione dell’Etna, di raggiungere lo Stretto di Messina e la stessa città, annerendo strade, macchine e i tetti e i terrazzi degli edifici. I sostenuti venti di libeccio che stanno spirando in quota (ad un’altezza di 4500-5000 metri) hanno cosi spinto la nube di cenere e materiale di natura vulcanica fin sull’area dello Stretto di Messina, interessando da vicino le città di Messina e Reggio Calabria, dove già si segnalano cadute di cenere con parziali accumuli nelle strade. Su Messina e lungo i comuni del comprensorio ionico si sono verificate fitte cadute di piccoli pezzi di cenere che si sono accumulati sui tetti delle macchine e degli edifici, come fra le strade e i marciapiedi. Purtroppo il fenomeno, alquanto inconsueto, potrà creare qualche disagio, specie a scooteristi e a chi conduce un mezzo a due ruote. L’asfalto, reso scivoloso dal materiale vulcanico, rappresenterà un insidia di non poco conto. Per questo raccomandiamo la massima prudenza moderando la velocità su strade e autostrade. Stando al profilo dei venti presenti in quota, la presenza di una componente da SO e S-SO, purtroppo dovrebbe nuovamente penalizzare l’area dello Stretto di Messina, in caso di nuove e intense eruzioni, lungo il cratere sommitale. In presenza di un nuovo intenso parossismo la pioggia di si dirigerà verso la città di Messina e la dorsale dei monti Peloritani, con la caduta di piccole particelle di cenere lavica.