Vogliono tornare a vivere. Lo urlano ormai da più di dieci giorni da quella sala commissioni di Palazzo Zanca che per molti è diventata una seconda casa. Oggi a malapena sopravvivono perché senza soldi da luglio non si può fare altro. Hanno continuato a lavorare per garantire quel minimo di servizio di trasporto pubblico che può offrire un’azienda che riesce a mettere in strada non più di sedici bus al giorno, ma soprattutto hanno continuato la loro lunga protesta per reclamare stipendi e un pizzico di rispetto per quella dignità che si sono visti calpestare. Anche oggi hanno atteso il commissario Croce, che ha incontrato i segretari di Cgil, Cisl e Uil, davanti la sua porta per ricordare che loro sono ancora lì. Buone notizie ovviamente non ce ne sono. I 18 milioni stanziati dal governo nazionale non sono ancora giunti nelle casse di Palazzo Zanca, ci vorranno ancora due, tre giorni. Ai lavoratori Atm sarà subito pagato il 25% dello stipendio di luglio, l’intera mensilità di agosto e i contributi. Delle altre mensilità arretrate al momento è impossibile pure parlare. Non arriverà dunque quella boccata d’ossigeno tanto attesa, questo è solo un piccolissimo passo in avanti, la tensione tra i lavoratori che non sanno più come pagare tasse e bollette resta inevitabilmente molto alta.
Lavoratori che intanto oggi hanno scritto una lettera indirizzata al neo presidente della Regione Rosario Crocetta e al commissario Croce: attendono risposte sul futuro occupazionale e sugli stipendi arretrati.
“I dipendenti e le loro famiglie, in grave stato d’indigenza, hanno mantenuto un atteggiamento civile grazie soprattutto alla mediazione dei dirigenti sindacali di Orsa, Ugl, Cub e Uil ed alla solidarietà di giornalisti e cittadini onesti, che hanno fatto pervenire ai manifestanti in presidio viveri e messaggi di solidarietà. Alcune famiglie hanno subito anche pignoramenti e distacco di utenze, per cui la paura che assale ognuno dei lavoratori è che presto toccherà ad altri, pertanto è comprensibile lo stato di tensione che si respira. I dipendenti in presidio hanno anche manifestato di non avere più nulla da perdere, non sarà un verbale in più o in meno a salvare le famiglie dal disastro, ma solo l’arrivo immediato delle mensilità arretrate e la certezza del futuro occupazionale. Egregio Commissario , a scanso di qualunque equivoco, i dipendenti non hanno nulla da recriminare al suo operato, men che mai possono essere a Lei imputate colpe alcune per la cattiva gestione che ha portato l’A.T.M sull’orlo del fallimento. Confidano invece che si avvii, durante la sua fase di commissariamento, un profondo processo di pulizia e rinnovamento, anche di tutte quelle dinamiche clientelari interne all’Azienda che hanno contribuito al disastro. Chiedono con veemenza di essere considerati una “Sua priorità” nella difficile ripartizione delle somme disponibili destinate a dare una boccata d’ossigeno alle tante vertenze cittadine.
Occorrono, da subito, almeno due mensilità per poter contenere le notevoli difficoltà delle famiglie dei lavoratori e necessita mettere in atto un progetto, assieme alla Regione, che dia futuro al servizio di trasporto pubblico in questa città e prospettiva occupazionale a noi lavoratori. In tal senso auspichiamo che il nuovo governo regionale attenzioni la città di Messina e la priorità ATM ponendo in essere un percorso virtuoso che con il coinvolgimento delle parti raggiunga il fine di recuperare il tempo perduto e la dignità, troppe volte calpestata, dei lavoratori”.
(Francesca Stornante)