Passano gli anni e l’unico vero vincitore nelle elezioni che via via si sono susseguite è indiscutibilmente l’astensionismo. Facendo un confronto dei dati storici dei rilevamenti ad ogni tornata elettorale emerge un graduale e progressivo calo del numero dei messinesi che scelgono di esercitare il proprio diritto al voto. Quello delle 22 di ieri sera è fortemente significativo: alla fine della prima giornata di ballottaggio ha votato solo il 30,40% degli elettori, tradotto in numeri 61.503 aventi diritto. Nonostante dunque la città affoghi in un mare di problemi pare che ai messinesi importi poco scegliere in quali mani lasciare le redini per i prossimi cinque anni. Non era così nel passato e basta fare un salto indietro di circa vent’anni per rendersi conto di quanto evidentemente è cresciuta la disaffezione verso la politica. Per le elezioni amministrative del 1994 allo stesso orario la percentuale che si registrò fu del 74,56% e nel 1998 addirittura del 78,20%. E’ vero che in quelle due occasioni si votò in un unico giorno, ma si presume che oggi neanche alle 15 si potranno toccare queste cifre. Tornando ad un passato più recente vediamo che alle amministrative del 2008 la percentuale già alle 22 di domenica era stata del 50,69%, nel 2005 al ballottaggio si registrò il 40,5%, nel 2003 il 52,76%. Dunque quella di quest’anno è indiscutibilmente la percentuale più bassa degli ultimi anni, lontanissima se torniamo indietro di qualche decennio. Il dato messinese però è esattamente in linea con quello delle altre due città siciliane chiamate al ballottaggio. Peggio di noi Siracusa dove ieri sera aveva votato solo il 22% degli elettori, a Ragusa invece alle urne il 30,98% dei cittadini.