Da ventitre giorni Messina scarica i suoi rifiuti a Motta Sant’Anastasia. Una scelta obbligata dal fatto che lo scorso 30 settembre, a sorpresa, la società Tirrenoambiente ha deciso, dalla sera alla mattina, di chiudere i cancelli della discarica di Mazzarrà Sant’Andrea al Comune di Messina. Per scongiurare l’emergenza la soluzione fu quella di Motta, anche se naturalmente subito si sollevò il problema dei maggior costi che di sicuro il Comune avrebbe dovuto sostenere, sia perché le tariffe di Motta sono superiori, sia per la distanza del sito rispetto a Mazzarrà. Ma per avere certezze si doveva attendere almeno la prima fattura. Fattura che è stata recapitata a Palazzo Zanca dove adesso si procederà a stimare in modo esatto la differenza tra i due tipi di servizi, anche per quantificare le risorse aggiuntive che si dovranno racimolare per evitare di seminare altri debiti. A Motta Sant’Anastasia il costo per scaricare ammonta a 90 euro a tonnellata e, considerato che in media porta ogni giorno circa 300 tonnellate di immondizia, il costo quotidiano si dovrebbe aggirare sui 27mila euro. Moltiplicando questa cifra per 30 giorni viene fuori che il costo mensile dovrebbe essere 810mila euro. A Mazzarrà il costo a tonnellata era invece di 82 euro. Facendo lo stesso calcolo non è difficile capire che al mese scaricare a Mazzarrà costava circa 738mila euro. Dunque la differenza dovrebbe attestarsi sui 72mila euro, conti fatti però senza includere l'iva. A questa cifra si deve aggiungere il costo per il trasporto. Motta si trova a 240 km da Messina, il percorso che i mezzi di Messinambiente devono compiere tutti i giorni è il doppio di quello che effettuavano verso Mazzarrà. Quindi raddoppia anche la spesa, tanto da ipotizzare di andare certamente oltre i 100mila euro in più rispetto a un mese fa, quando le cose stavano in modo diverso. Numeri che naturalmente non sono passati inosservati a Palazzo Zanca, dove adesso si procederà ad una stima effettiva di costi benefici. Senza una soluzione alternativa scaricare a Motta diventa comunque obbligatorio. Un piccolo risparmio, spiega il commissario di Messinambiente Armando Di Maria, si potrebbe ottenere portando i rifiuti già separati. In questo modo si potrebbero eliminare 9,50 euro a tonnellata che al momento si pagano perché l’immondizia arriva indifferenziata. Lo stesso Di Maria è fiducioso e pensa che potrebbe essere un metodo da attuare nell’immediato, anche se non bisogna dimenticare che Messina, quando si parla di raccolta differenziata, nonostante le buone intenzioni, è all’anno zero.
Per evitare questa spesa extra il Comune dovrebbe solo provare a riallacciare i rapporti con Tirrenoambiente. L’assessore Daniele Ialacqua in questi giorni ha ribadito più volte che non ci sono stati più contatti tra l’amministrazione e la società, a questo punto però non è escluso che presto la discussione potrebbe essere riaperta.
Francesca Stornante