Previsioni non rispettate, mancanza di confronto e dialogo, numeri inseriti nel Piano industriale che non corrispondono a quelli riscontrabili su strada e in azieda. L’Atm continua ad attirare l’attenzione, ma anche tante critiche. Perchè se da un lato sembra esserci una ritrovata fiducia nei confronti dell’azienda trasporti guidata da Giovanni Foti, dall’altro c’è chi vuole provare a mettere in luce i problem dell’Atm. L’analisi è stata messa a punto da Adis e Labdem e il documento che ne esce fuori suona come una dura bocciatura nei confronti dell’amministrazione comunale che ha fatto determinate scelte per Atm e della governance di via La Farina soprattutto per quei risultati che le due associazioni non vedono.
Adis e Labdem partono da una considerazione: “La scarsa sensibilità ed il poco interesse della politica nei confronti del trasporto pubblico, spesso con atteggiamento dispersivo e dilatorio, hanno ridotto le capacità aziendali di mantenersi in funzionamento attraverso la contrazione delle attività operative e di sviluppo. II servizio di trasporto di persone in una città di 250.000 abitanti svolto con soli 43 autobus e 6 tram rappresenta il fallimento della politica comunale e aziendale. La bozza del Piano Industriale redatto dall'Azienda prevede entro dicembre 2015 il recupero di 10 autobus guasti e 56 operativi, mentre per il tram il recupero di 3 vetture guaste (la 1T, la 2 T e la 7T) e 9 operativi. Ad oggi nessun recupero è stato operato ed i mezzi continuano a marcire in deposito, anzi sono aumentati per avarie sia pure di lieve entità, che tuttavia concorrono a rinviare sia il miglioramento della produzione sia l'incremento dell'offerta del servizio, condizioni che avrebbero dovuto consentire un maggior contributo in conto esercizio da parte della Regione che viene calcolato sui chilometri percorsi. Venendo meno tali condizioni sulle quali fa affidamento il Piano di riequilibrio decennale del Comune di Messina che subirà effetti pesantemente negativi in termini di contributi regionali erogati con una perdita pari a circa € 1.800.000,00 su € 11.828.000,00 previsti”.
Adis e Labdem chiedono notizie del contratto di servizio e poi focalizzano alcuni punti su cui vorrebbero delle risposte:
a) E' stata annunciata ma non avviata concretamente la riorganizzazione del personale per eliminare diseconomie nella gestione e nell'impiego attraverso la predisposizione
e l'attuazione del nuovo fabbisogno organico chiamato a ridisegnare ii nuovo assetto aziendale attraverso un puntuale organigramma che contempli tutte le figure professionali previste per la gestione di un’azienda che opera nel trasporto pubblico locale;
b) non si è proceduto all'abbattimento dei costi di intemalizzazione che per il solo controllo della linea tramviaria comporta un esborso di € 1.200.000,00 su base annua;
c) Autobus e tram sporchi erano prima e sporchi sono oggi.
Sono solo alcuni esempi che servono a dimostrare come sia cambiato poco o nulla rispetto ai tanti evocati "quellicheceranoprima".
“Se possiamo fare dei confronti dovremmo registrare che il servizio è notevolmente peggiorato rispetto alle gestioni precedenti: basti pensare che nella gestione 1994 -1998, ma in verità anche prima, si mettevano in strada 120 autobus e l'utente riusciva a dialogare con i vertici dell'Azienda.
Tutto ciò può forse servire a dire una parola di verità a talune petizioni interne sottoscritte da un certo numero di lavoratori i quali forse per un vuoto di memoria dimenticano quanto è stato realizzato in termini positivi negli anni di cui sopra.
Essendo i sottoscritti tra i firmatari del documento predisposto dagli "stati generali" respingiamo decisamente tali accuse in quanto da almeno 35 anni 1'ADIS per prima ha avuto con l'ATM un rapporto continuo e costruttivo come dimostrano i tanti convegni, dibattiti e riunioni che senza soluzioni di continuità sono stati organizzati ed in particolare tutto ciò può essere testimoniato dai 222 vincitori e idonei del concorso per conducenti di linea bandito nel 1987 e conclusosi, dopo estenuanti battaglie condotte assieme ad altre associazioni cittadine (Legambiente dei Peloritani, comitato Utenti Trasporto Pubblico) nel gennaio del 2000. Va sottolineato che dal confronto continuo con tanti lavoratori dell'ATM nessuno si mostra entusiasta come recita la petizione. Sorge il sospetto che qualcuno degli artefici della petizione non sia vissuto negli ultimi decenni a Messina e quindi non conosca l’onestà intellettuale e l'impegno profuso da tante associazioni e movimenti che a vario titolo si sono occupati del trasporto pubblico locale.
Registriamo purtroppo come il dialogo con questa Amministrazione Comunale non esista, e non solo con riferimento all'ATM, mentre l'ADIS dopo 35 anni di continui e costruttivi rapporti con l'ATM è stata costretta ad interrompere tale attivita in quanto ad ogni richiesta di incontro gli attuali vertici aziendali rispondono con il silenzio. Vi è, pero, una opportunità per discutere concretamente della "organizzazione del servizio di trasporto offerto all'utenza" ed è determinata dalla adozione della carta dei servizi pubblici del settore Trasporti come previsto dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 30/12/1998. La carta dei servizi si prefigge i seguenti obiettivi: miglioramento della qualità dei servizi forniti; miglioramento del rapporto tra utente e fornitore dei servizi. I fattori di qualità del servizio sarebbero: sicurezza del viaggio; sicurezza personale e patrimoniale del viaggiatore; regolarita del servizio e puntualita dei mezzi; pulizia e condizioni igieniche dei mezzi; comfort del viaggio; servizi aggiuntivi; informazioni all'utenza; facile accessibilità alla procedura dei reclami e veloce risposta agli stessi (non superiore a 15 giorni).
A tal proposito gradiremmo che il Sindaco ed i responsabili aziendali si facessero carico di far conoscere quali di questi elementi allo stato vengono oggi rispettati.
Un aspetto molto importante previsto dalla "carta dei servizi" è quello che i soggetti erogatori del servizio stesso, in questo caso l'ATM, devono garantire la partecipazione degli utenti, anche attraverso organismi di rappresentanza organizzata (Associazioni) a tavoli di confronto costruttivo sulle principali problematiche che riguardano il servizio reso.
Fatto questo profilo invitiamo il Direttore Generale dell'ATM a farci conoscere quali sono le intenzioni dell'Azienda in merito alla partecipazione delle associazioni sulla gestione ed organizzazione del servizio erogato alla cittadinanza facendo tuttavia presente che in caso di diniego informeremo il Dipartimento della funzione pubblica della Presidenza del Consiglio dei Ministri sulla inesistenza della carta della mobilità a Messina.
Il rifiuto a qualunque interlocuzione con quanti sono mossi da ragioni positive in quanto espressioni di associazioni di cittadini non potrebbe che essere "letto" come il rifiuto, peraltro non nuovo, a confrontarsi con coloro che hanno a cuore la necessità di usufruire di un servizio importante per la mobilità che oggi non è assolutamente erogato”.
Durissima l’analisi sottoscritta da Labdem e dal president Adis Giuseppe Frisone. A puntare l’attenzione sull’azienda trasporti è anche il sindacato Orsa che, proprio in questi giorni in cui si è riaperta la discussione sul contratto di servizio, chiede chiarezza ed eventualmente un’azione immediate su quella delibera di liquidazione dell’azienda trasporti per la sua trasformazione in spa che risale al lontano 2012 ma aleggia ancora sul future dell’Atm perchè mai ritirata. “In coerenza con le posizioni da sempre assunte dall’OR.S.A. per il mantenimento in house di tutti i servizi pubblici essenziali, chiediamo al Sindaco di Messina e a quelle soggettività politiche presenti in Consiglio Comunale che in fase di referendum sostennero la gestione pubblica anche del TPL, di restare coerenti con se stessi e attivare tutti gli strumenti necessari per cassare dalla bozza di Contratto di Servizio ogni cavillo normativo che possa riesumare il vecchio progetto di privatizzazione targato Buzzanca/Capone”. L’Orsa però aggiunge anche altre proposte: “Nonostante l’aumento della percentuale dal 14% al 20% dovuta ad atm per le multe in ZTL, nel contratto di servizio non si accenna a un percorso che conduca all’orario di lavoro full-time per gli Ausiliari del Traffico che nonostante l’ampliamento delle loro mansioni restano discriminati da un annoso orario di lavoro part-time, cosi come sono discriminati i lavoratori ex LSU con contratto di diritto privato, da anni in attesa di definitiva stabilizzazione”. Anche per discutere di questi punti il sindacato ha fatto richiesta di audizione in prima commissione Bilancio che nei prossimi giorni dovrebbe ospitare le tredici associazioni che nei mesi scorsi hanno contestato Foti a muso duro.