La buona notizia è che non si chiamerà Autorità portuale del mar Tirreno Mediterraneo ma Autorità portuale dello Stretto. Nome e cognome infatti sono importanti ed in questo caso danno il segno di quella che deve essere considerata come un’opportunità per crescere e dare un senso alla centralità dello Stretto nel Mediterraneo. La modifica alla denominazione è stata fatta al momento del varo della riforma dei porti, decollata ieri in Consiglio dei ministri. La ciliegina sulla torta dimostra che il baricentro resta lo Stretto con le sue potenzialità.
L’Autorità dello Stretto comprende i porti di Messina, Milazzo, Tremestieri, Gioia Tauro, Reggio Calabria, Villa San Giovanni, Crotone, Vibo Valentia, Corigliano Calabro, Taureana di Palmi.
“E’ stata una scelta frutto di una decisione corale di tutto il territorio- commenta il presidente nazionale dell’Udc Gianpiero D’Alia, che è stato, insieme a Giovanni Ardizzone, tra i pochi rimasti sulla posizione iniziale, quella dell’accorpamento con Gioia Tauro, anche nelle settimane in cui il vento soffiava in direzione Augusta e Catania- Non dimentichiamo che questa scelta è nata dagli incontri, sul finire dell’estate 2014 promossi dalla Consulta degli ordini professionali, insieme all’Università. E’ una proposta che viene dal territorio e che adesso è un’ opportunità per farla diventare concretamente la più grande Autorità portuale del Meridione, in grado di competere con i porti d’Europa. La provincia di Messina, entra a pieno titolo nel circuito dei traffici internazionali, con la possibilità di fare 100 volte più di quanto accade adesso. Certo, questa decisione diventerà positiva se la riempiamo di contenuti e non di chiacchiere o polemiche”.
L’appello di D’Alia adesso è a tutte le istituzioni coinvolte nelle dinamiche della riforma, al mondo politico e degli amministratori, agli operatori, all’Università, ai sindaci, alla Regione, per diventare protagonisti del cambiamento e non subirlo.
“Adesso si deve immediatamente attivare un tavolo tecnico, con le istituzioni, i sindaci di Messina, Milazzo, la deputazione, l’Autorità portuale, gli operatori del settore, le categorie produttive, l’Ateneo, gli ordini. Anche la Regione deve farsi carico di questo importante confronto, bisogna operare in sinergia ma la prima cosa da fare è avere le idee chiare. Per Messina e per gli operatori è una grande opportunità di crescita, di ampliamento del mercato anche a più soggetti. Se la sfruttiamo bene potremo fare concorrenza a tutte le Authority del Mediterraneo ed anche al sistema portuale del Nord e dell’Europa. E’ importante la sinergia con la Calabria, ma prima dobbiamo sederci tutti intorno ad un tavolo a Messina”.
Il dibattito nei prossimi mesi sarà sulla sede e sulla presidenza ma è proprio di questo che il deputato Udc non vuol sentir parlare: “Il problema non è la sede né la presidenza, lasciamo da parte le logiche campanilistiche e pensiamo all’opportunità che abbiamo davanti. Infine, vorrei aggiungere la necessità di far valere la specificità dello Stretto, e quindi di Messina e Reggio, per quel che riguarda a funzione dei trasporti, il traghettamento. E’ una valore che deve essere integrato e visto come punto di forza nel sistema complessivo. Non dobbiamo perdere tempo, il mio è un appello a tutti”.
La Regione Calabria ha già fissato per lunedì un incontro nella sede del Consiglio Regionale, aperta ovviamente ai futuri componenti dell’Authority e sarà quello il primo passo per un percorso che è appena abbozzato.
Al più presto però anche da questa parte della riva deve mettersi in moto quella macchina che eviterà di farci restare indietro.
“Il riordino delle autorità portuali italiane con l’accorpamento di 7 scali calabresi con Messina e Milazzo è un ottimo risultato- scrive il presidente del’Ars Giovanni Ardizzone- La creazione dell’autorità di ‘Sistema Portuale dello Stretto’, la più grande del Sud Italia, rappresenta un traguardo insperato ed è di buon auspicio per la rinascita di Messina. Nonostante i molti ostacoli e le diverse resistenze, alcune anche occulte ce l’abbiamo fatta. L’inserimento di Messina nell’Authority che vedrà il porto calabrese di Gioia Tauro come capofila è senza dubbio un arricchimento per la nostra città perché apre scenari di grande potenzialità, soprattutto in chiave europea. Non aveva senso restare tagliati fuori da questo circuito per la sola ambizione, molto localistica, di continuare a fare da capofila per poter esprimerne la presidenza. Il sistema Sicilia con Augusta, Catania, Siracusa e Messina non avrebbe portato nessun vantaggio, né nuova ricchezza allo Stretto. Era sbagliato, quindi, fare un discorso di poltrone o di sede. L’accorpamento del porto di Messina con la Calabria va nella direzione di una vera e propria integrazione delle due aree metropolitane dello Stretto, oltre a gettare le basi perché la nuova Authority diventi la più competitiva del Mediterraneo, il vero porto del Sud Europa”.
Rosaria Brancato