A stoppare il toto-nomine ci ha pensato lui: “Decido io”.
Il neo governatore già ad urne appena chiuse aveva chiarito “sulle candidature, nonostante i miei inviti ai controlli e alla prudenza hanno deciso i partiti senza ascoltarmi. Sulla giunta e sulle nomine decido io”.
L’avviso ai naviganti è stato ribadito anche ieri da Nello Musumeci, alle prime avvisaglie di un assalto alla diligenza che potrebbe creare non pochi imbarazzi al governatore. Così da Militello val di Catania dichiara ai giornalisti: “Il toto-nomine è uno sport che non mi appassiona perché alimenta la convinzione che nulla sia cambiato. Il nostro metodo di lavoro sarà improntato ad una effettiva discontinuità, nei comportamenti e nei toni, con il recente passato. Incontrerò le forze politiche della maggioranza e raccoglierò ogni indicazione nel rispetto dei ruoli. Poi adotterò le decisioni che riterrò più giuste ed inizieremo a lavorare”.
Il messaggio è chiaro ed è diretto soprattutto a Gianfranco Miccichè che in fase di campagna elettorale ha promesso assessorati in varie direzioni ma che nelle scorse ore ha ammorbidito i toni “daremo qualche suggerimento ma deciderà lui”, probabilmente perché sa che la sua elezione a Presidente dell’Ars non è affatto scontata, dal momento che dipende dai voti dei neo eletti in Assemblea.
Nel week- end quindi si dovrebbero tenere i primi incontri ma Musumeci ha sicuramente già in mente il tipo di giunta, ed i nomi, che dovranno dare lo start al nuovo governo regionale. Sa che non può permettersi passi falsi, soprattutto sul piano dell’immagine, a conclusione di una campagna elettorale basata sugli impresentabili e con l’arresto di De Luca a 24 ore dall’elezione. Per non parlare del caso Genovese che ha tenuto banco sui media nazionali per i 3 giorni successivi all’elezione.
Musumeci nelle scorse settimane ha dichiarato che non vuole ex assessori nel governo, tranne, si presume, Gaetano Armao, che è stato in giunta con Lombardo, ma che sin dall’inizio è stato designato vicepresidente della giunta con delega al bilancio. La casella quindi non dovrebbe essere toccata anche perché è sulla designazione di Armao a vicepresidente che si è basato l’accordo con Berlusconi e Miccichè e il ritiro della candidatura del movimento SicilianIndignati.
Potrebbe pertanto tramontare l’ipotesi dell’assessorato per l’ex rettore di Palermo Roberto Lagalla che è stato assessore regionale con Cuffaro. Stessa fine potrebbe fare anche l’ipotesi del messinese Santi Formica, ex assessore e risultato 4 nella lista di Forza Italia a Messina.
Siamo ancora sul piano delle ipotesi, ma le uniche certezze al momento sembrano essere Armao e Vittorio Sgarbi (anche se quest’ultimo sembra possa lasciare l’incarico dopo le Politiche).
In casa Forza Italia Miccichè ha una serie di nomi da proporre nel taccuino: da Edy Bandiera (Siracusa) a Giuseppe Guaiana. Per quel che riguarda Messina (giacchè la divisione degli assessorati dovrà tenere conto anche di aspetti geografici), Miccichè ha due nomi: Santi Formica (che è appunto un ex e che non ha ottenuto brillanti risultati alle urne) e Nino Germanà. Possibile l’ingresso in giunta per i Popolari ed autonomisti di Totò Cordaro, mentre in casa Udc i nomi potrebbero essere o il messinese Saro Sidoti oppure il trapanese Mimmo Turano. Ci sono infine i nomi che dovranno essere indicati da Giorgia Meloni e Matteo Salvini.
Presto per dirlo perché, come ha sottolineato Musumeci, accetterà tutti i suggerimenti ma deciderà da solo. E la sua prima giunta dovrà essere inattaccabile sotto tutti gli aspetti.
Diverso il discorso della Presidenza dell’Ars, alla quale ambisce Miccichè, perché dipenderà dai voti dell’Assemblea e non è affatto scontata. La maggioranza dell’Assemblea in termini di numeri c’è, ma per l’elezione del Presidente in prima battuta dovrebbero essere 47 i sì (alle successive votazioni il quorum si abbassa).
In realtà non è neanche questioni di numeri ma di equilibri interni all’Ars che potrebbero non essere quelli che Miccichè in questo momento spera per un suo ritorno su una poltrona che ha già ricoperto.
Rosaria Brancato