Che siate apocalittici o integratici poco importa, la comunicazione non si ferma mai, condannando gli indecisi, i nostalgici. Canali allnews e breaking-news sono il futuro divenuto presente e chi si ferma a vaneggiare sui tempi passati è perduto. Eppure fondare un giornale online non significa necessariamente d’aver raggiunto un traguardo decisivo poiché, troppo spesso in rete, si finisce per rintracciare la medesima notizia, la medesima fonte, copiata e ricopiata senza alcun approfondimento.
In senso decisamente contrario si muove il giornale digitale indipendente Linkiesta (diretto da Marco Alfieri) che, lanciando il nuovo sito, ha varato una serie di canali tematici di approfondimento, puntando con decisione sul loro sviluppo e il loro potenziamento autonomo, credendo sia finalmente possibile fidelizzare il pubblico mediante una perfetta integrazione con i social network, in un portale che sarà sempre, e volutamente, under construction per rispondere e anticipare i desideri dei lettori.
Il giornalista Giulio D’Antona, curatore della nuova sezione Linkiesta Cultura, intervistato per Tempostretto.it, ci guida alla scoperta di una nuova realtà culturale, nata con l’obiettivo di cambiare le regole del gioco.
Nasce Linkiesta Cultura. Che canale tematico sarà?
«Sarà un canale che copra la cultura a tutto tondo, ma sempre cercando di fornire approfondimenti autorevoli e punti di vista originali. Pensiamo (senza alcuna modestia) che manchi un prodotto che copra le notizie di interesse culturale ma che non si limiti a riportare la notizia così com'è e cerchi sempre di approfondire il più possibile in maniera attendibile e intelligente. Abbiamo scelto in questo senso uno “zoccolo duro” di collaboratori quali Aldo Fresia, Marina Pierri, Francesco Fusaro, Daniele Manusia, Danilo Deninotti e Fabio Deotto, oltre alle firme autorevoli di Christian Raimo, Marco Rossari, Fabio Severo e altri, che sicuramente possono aiutarci a confezionare un prodotto di riferimento, universale e autorevole. Allo stesso modo siamo fortemente convinti di avere per le mani un grandissimo potenziale, dato dal web, che ci permetta di sfruttare i canali non coperti dall'informazione tradizionale in maniera quanto più multimediale possibile».
Che obiettivi si pone Linkiesta Cultura?
«Al di là degli obiettivi pratici, condivisi con la linea di rinnovamento del giornale (basilare e estremamente importante), il nostro obiettivo di canale è senz'altro assimilabile a quanto spiegato nella risposta precedente: non limitarsi a raggiungere quanto più pubblico possibile, tappando quella che noi riteniamo fosse una falla nel campo dell'informazione culturale, ma farlo con mezzi completi, approfonditi e autorevoli, in modo di guadagnare credibilità e diventare, col tempo, un punto di riferimento».
Linkiesta guarda al mercato del native advertising con ADVox. Di cosa si tratta?
(Risponde Simone Autera, che se ne è occupato da vicino): «ADVox rappresenta il tentativo di instaurare un nuovo dialogo con le aziende ed il mondo della comunicazione. Si tratta del nuovo servizio di "native" con cui Linkiesta offre uno spazio autorevole ai brand per intercettare il loro pubblico di riferimento. Sono le aziende che ritrovano nei temi che Linkiesta ha a cuore quegli stessi argomenti su cui instaurano le loro comunicazione e brand identity. E' una partita molto seria, per il settore editoriale e per il mondo della comunicazione aziendale. Per questo lo facciamo seguendo alcuni pilastri fondamentali: la trasparenza con cui comunichiamo al lettore la natura sponsorizzata dei contenuti, il controllo qualità a cui tutti i contributi sottostanno e le promesse per i partner di un maggiore coinvolgimento del pubblico e di una capillare diffusione del messaggio rispetto ai tradizionali formati della pubblicità tabellare. Una sfida. Ma ci crediamo molto e dai primi risultati possiamo dire di non aver deluso nessuno, lettori in testa».
E in generale come cambia Linkiesta a livello di integrazione social?
«I social network rappresentano una porta d'accesso fondamentale ai contenuti de Linkiesta, più del 40% dei nostri lettori "entra" da Facebook e Twitter. Stare sui social, parlare sui social, sviluppare un linguaggio social è vitale per un giornale online perché significa mantenere viva l'attenzione sui propri contenuti, vuol dire "farli girare". In particolare per una testata d'approfondimento come Linkiesta, non incentrato sulla notizia di cronaca che oggi nasce e dopodomani si spegne, i social network sono un amplificatore essenziale, uno strumento indispensabile per allungare la coda di fruizione dei pezzi».
Giulio D’Antona, nato a Milano nel 1984, fa il freelance. Collabora regolarmente con Blow Up e minima&moralia, meno regolarmente con Il Mucchio e Serialmente. Si occupa principalmente di letteratura e un po' meno di televisione, fa il consulente e traduce, a volte. Parla in radio in un programma che si chiama Tourette e dirige Cadillac Magazine .
Per saperne di più:
http://www.linkiesta.it/cultura