Illinois, fine anni '50. Raymond Euripides Trevitt ha otto anni, è carino, ha un temperamento irrequieto e vuole trovare la sua identità, il suo posto nel mondo. Il passaggio dall'età dell'innocenza all'adolescenza lo cambierà profondamente, ponendolo di fronte a domande universali la cui sola risposta può arrivare dall'esperienza diretta. Come accadde all'Holden Caulfield di Salinger, Ray capirà attraverso le vittorie e fallimenti, le amicizie e gli amori, i tradimenti e gli abbandoni, che l'unico modo per conoscere se stessi è accettare le esperienze che la vita ci pone innanzi. Scritto nel 1957, Io sono Raymond (Mattioli 1885, tr. it di Nicola Manuppelli, pp. 264, 15.90 euro)è un toccante e luminoso racconto su che cosa significhi affrontare un rito di passaggio, inevitabile e necessario.
William Goldman – Nato a Highland Park nel 1931 – è uno scrittore e sceneggiatore statunitense. Inizia a scrivere da giovanissimo. La penna e l'amore per il grande schermo trionfano nel 1976, anno in cui Il maratoneta sbanca al botteghino. Il film, con protagonisti Dustin Hoffman e Laurence Olivier, è tratto dall'omonimo romanzo di Goldman, che firma anche la sceneggiatura.Ha vinto l'Oscar per la migliore sceneggiatura originale nel 1970 per il film Butch Cassidy e nel 1977 l'Oscar per la migliore sceneggiatura non originale conTutti gli uomini del presidente. È autore di numerosi romanzi, per adulti e per bambini, inediti in Italia a parte il grande successo La principessa sposa (Marcos y Marcos, 2007).