Una partenza "in quinta" per i ragazzi di Studenti Indipendenti – Unime, il nuovo collettivo messinese costola del coordinamento universitario Link, già presente in diversi parti d'Italia. I giovani si presentano infatti al mondo accademico peloritano con un lavoro carico di denuncia e di contenuti riguardante l'ultima classifica, pubblicata dal Sole24Ore, sulla valutazione della qualità di ricerca (la famosa VQR), in cui l'università in riva allo stretto guadagna, secondo i dati riportati, un 37% di crescita.
I ragazzi di studenti indipendenti, però, non la pensano allo stesso modo e, con l'ausilio di un video diffuso sulla loro pagina facebook ufficiale, hanno spiegato il contenuto dell'inchiesta. Appoggiandosi al network di Roars, i componenti del gruppo hanno remato controcorrente, "La riduzione dello svantaggio è un'illusione ottica", scrivono nel loro comunicato, "creata dall'uso di una scala dei voti meno ampia. Come se a scuola un professore, che prima dava voti nell'intervallo 0-10, improvvisamente decidesse di non dare mai meno di 4 e più di 8: cioè, prendendo i dati della precedente VQR si scopre che essi non sono cambiati bensì è cambiata la scala di valori che ha perciò portato a ripartire i fondi in maniera completamente diversa".
Se quindi la graduatoria è falsata, che risultati ha effettivamente riportato l'ateneo cittadino? Sono sempre i ragazzi a spiegarlo, stringendo l'occhio anche sulle borse di studio, "Inoltre, anche se l'UniMe guadagna un +37% del fondo premiale in realtà si posiziona tra le ultime nella classifica generale e perde l'1,13% delle risorse, questo perché la parte del Fondo Ordinario di base che preme di più per l'assegnazione dei fondi (da solo il 28%) è il numero degli studenti, al contrario del dato sul reclutamento che incide pochissimo sul Fondo premiale e di cui invece si gloria adesso la nostra università (senza però aver ancora pubblicato l'analisi dei dati che segue la logica di illusione che prima abbiamo spiegato)".
Sempre Roars definisce il parametro del Sole24ore, stando a ciò che viene diffuso, una "slot machine", un insieme di calcoli e statistiche con il quale, ripetendo i parametri, i risultati sono sempre diversi. Studenti Indipendenti conclude quindi il suo primo documento con veemenza e chiarezza, con la speranza anche che la legge "All in", di stampo popolare e giunta già in parlamento, possa rappresentare la soluzione, "Vogliamo costruire dal basso un'università nuova e diversa, con un sistema di distribuzione dei fondi che tenga conto delle difficoltà e delle differenze degli e tra gli atenei, aumentando i finanziamenti e gli investimenti; implementando un reale diritto allo studio approvando "All In", la legge di iniziativa popolare depositata in parlamento corredata da più di 57.000 firme, in cui si prevede l'aumento delle borse, l'estensione dei servizi mensa e alloggi e l'esenzione dalle tasse per gli studenti con Isee inferiore a 28.000; aumentando le assunzioni e riducendo la precarietà del mondo della ricerca".
Claudio Panebianco