“L’attacco di Rfi alla continuità territoriale non è mai cessato”. Dopo la pausa per la forte reazione dei siciliani, suggellata con la manifestazione del 14 febbraio 2015, “Rfi cambia tattica e invece dell’eclatante eliminazione dei treni a lunga percorrenza punta a sfoltire gli equipaggi della navi per staccare definitivamente la spina al servizio di traghettamento”. Lo affermano i sindacati Filt Cgil, Uil Trasporti, Orsa Ferrovie e le Rsu 18.
“E’ in atto da mesi – scrivono – il tentativo aziendale di imporre un nuovo orario di lavoro che oltre a sottoporre i ferrovieri marittimi a turni anomali prevede il taglio di oltre 40 posti di lavoro. L’arroganza dei management dell’azienda che si sostiene con sovvenzioni di Stato, arriva a snobbare impunemente anche le istituzioni. Dopo aver evitato lo sciopero concordando in sede prefettizia un tavolo di trattativa con le Organizzazioni Sindacali, finalizzato a condividere un nuovo orario di lavoro senza comprimere ulteriormente i livelli occupazionali, Rfi ha violato i patti sottoscritti davanti al rappresentante del Governo rinviando l’incontro e annunciando che dal prossimo mese di marzo entrerà in vigore l’organizzazione del lavoro decisa dall’azienda che impoverirà ulteriormente il servizio di traghettamento per la continuità territoriale da e per la Sicilia. Dopo la vertenza partecipata dai cittadini che ha bloccato il taglio dei treni, Rfi ha tentato di mettere in ginocchio il servizio con alchimie volte a distogliere l’attenzione generale dal vero obiettivo: le navi restano periodicamente ferme con equipaggi dimezzati e con grave pregiudizio per la sicurezza; la Logudoro è ferma da quasi un anno per interminabili lavori, fantasiose diffide per i comandanti sono all’ordine del giorno nonostante i moniti ufficiali del Ministero dei Trasporti, il trasporto delle merci su rotaia è sistematicamente boicottato; il responsabile dell’impianto, Carmelo Rogolino, è stato promosso alla Direzione Territoriale Siciliana e trasferito a Palermo ma mantiene l’incarico di Direttore della Navigazione con la pretesa di governare a distanza il delicatissimo impianto di Messina da cui dipende il diritto alla mobilità dell’intera Sicilia. La tattica che stanno tentando di porre in essere a Messina è il copia incolla di quanto è successo all’impianto navigazione di Civitavecchia per il collegamento ferroviario con la Sardegna, dopo aver ridotto ai minimi termini il personale navigante sono spariti anche treni e navi. Siamo certi che il Prefetto di Messina non permetterà a Rfi di disattendere gli accordi sottoscritti in presenza del suo rappresentante, intanto i lavoratori sono mobilitati. #ilferribittenonsitocca, Messina non è Civitavecchia”.