Quanto accaduto negli ultimi mesi nei servizi sociali messinesi ha dimostrato chiaramente che il sistema è fallito. Occorre cambiare rotta, la questione è uno dei punti all’attenzione di questa campagna elettorale. Oggi il candidato sindaco di Nuova Alleanza Gianfranco Scoglio ha presentato la sua soluzione. Che parte dalla presa di coscienza che il Comune deve innanzitutto rendersi conto che i 21 milioni che spende in questi servizi devono essere razionalizzati in modo diverso. Per farlo il modo esiste.
Per Gianfranco Scoglio è quello di chiudere con la logica degli affidamenti tramite appalto per passare all’accreditamento delle strutture residenziali e delle imprese sociali per l’ assistenza domiciliare e per i servizi alla persona. Creare dunque una rete di imprese e strutture che possano offrire servizi ai quali gli utenti potranno accedere attraverso i voucher, dando così loro la possibilità di scegliere a chi affidarsi. L’importo di questi voucher dovrà essere proporzionale ai redditi goduti da ogni singolo utente, dunque con agevolazioni per le fasce disagiate.
Il secondo passaggio proposto da Scoglio riguarda la possibilità di creare una società mista con l’Azienda Sanitaria Provinciale e proporre così alla stessa Asp e alla Regione di realizzare una Casa della Salute. Si tratta di strutture sanitarie e socio-sanitarie dei Nuclei di cure primarie, pensate per essere luoghi di riferimento per i cittadini, dove i servizi di assistenza primaria si integrano con quelli specialistici, ospedalieri, della sanità pubblica, della salute mentale e con i servizi sociali. Un luogo di accesso unico, dove si sviluppi un maggiore coordinamento tra gli operatori sanitari e una più efficace integrazione dei servizi.
In tale ottica, spiega il candidato di Nuova Alleanza, il trasferimento del poliambulatorio di via del Vespro all’ex odpedale Margherita potrebbe rappresentare il primo passo. Trasferimento a cui invece, appena ieri, aveva categoricamente detto no il candidato del Pdl Vincenzo Garofalo.
L’idea di una società mista con l’Asp però fa inevitabilmente pensare all’esperimento che l’Azienda ha già fatto con la SSR che gestisce i servizi riabilitativi e che non ha fruttato grandi risultati. Secondo Scoglio però la riuscita di un progetto del genere dipende solo dalla volontà di cambiare davvero rotta, di chiudere con il passato, con logiche che ad esempio prevedono che ogni cooperativa subentrante sia obbligata ad assumere il personale di quelle uscenti non dando così la possibilità di progettare e lavorare secondo uno spirito imprenditoriale. “Sono modelli che funzionano in regioni come Emilia Romagna e Toscana, ancor di più se guardiamo all’Europa. Non sto inventando nulla di nuovo, ho semplicemente guardato oltre i nostri confini e scelto un sistema che altrove funziona con efficienza, permette una vasta offerta di servizi e costa meno di quanto oggi spendiamo noi”.
Nei progetti c’è anche il coinvolgimento di tutte le associazioni nella Consulta dei Servizi Sociali con criteri di uguaglianza e non discriminazione, l’istituzione presso l’ istituto Marino di un centro residenziale e riabilitativo per i diversamente abili, l’affidamento in concessione di ristrutturazione e gestione di Casa Serena. E poi ancora una proposta nel rispetto della Carta Costituzionale e del principio comunitario di uguaglianza e non discriminazione di razza, sesso e religione, istituzione del registro delle coppie di fatto.
(Francesca Stornante)