Ad indicare la strada da seguire era stata l’amministrazione comunale già alcuni mesi fa. Adesso l’Atm è riuscita a mettere tutto nero su bianco, a fare un progetto a breve e medio termine e a tracciare quali sono gli obiettivi per i prossimi tre anni. E’ nato da questi presupposti il Piano industriale triennale redatto dal commissario dell’Azienda trasporti Domenico Manna e dal Direttore generale Giovanni Foti, un documento che definisce le principali linee guida per il periodo che va dall’agosto 2014 a luglio 2017. L’obiettivo principale, come già aveva indicato alcuni mesi fa l’assessore Gaetano Cacciola (vedi articolo correlato), è “adeguare l’efficienza organizzativa dell’Atm in modo da raggiungere i livelli di percorrenza del trasporto locale su gomma e ferro nonché i costi generali di esercizio dei servizi svolti per conto del Comune di Messina”. Il documento è parte integrante del Piano di riequilibrio decennale varato dall’amministrazione Accorinti pochi giorni fa ed è infatti stato definito in coerenza con le esigenze economiche di Palazzo Zanca, proprio alla luce di quella che era stata la direzione indicata dalla giunta.
Per il commissario Manna e il direttore Foti l’attività dell’Atm dei prossimi tre anni deve svilupparsi su cinque strade principali: rapporti istituzionali con gli Enti; miglioramento della produzione e incremento dell’offerta del servizio, riorganizzazione aziendale; piano e marketing; informazione e comunicazione ai cittadini. Per ognuna delle cinque linee guida sono state definite una serie di specifiche azioni, alcune già avviate e altre da avviare nel giro dei prossimi tre anni.
Andando a vedere nel dettaglio quali sono queste azioni che la governance dell’Atm intende mettere in campo emerge chiaramente qual è il modello di azienda che si spera di costituire in questo triennio.
Per quanto riguarda i “rapporti istituzionali” l’intenzione è di risolvere i punti ancora aperti con la Regione per recuperare soprattutto i crediti vantati. Un percorso che in questi mesi il direttore Foti e l’assessore Cacciola hanno già intrapreso e che ha già portato a riavviare un dialogo costruttivo con gli uffici palermitani. Nei rapporti da migliorare non c’è solo quello con la Regione, ma anche altri con Enti e associazioni di categoria come Asstra, ma l’Atm intende non trascurare neanche il Comune e per questo si impegna ad approvare Bilancio consuntivo 2012 rimodulato e consuntivo 2013 (già approvato) e predisporre un piano per risolvere il problema dei debiti e dei crediti.
Sotto la voce “miglioramento della produzione e incremento del servizio offerto” sono state inserite tutte quelle strategie che serviranno per rimettere in moto, nel vero senso della parola, un’azienda che negli ultimi anni ha subìto un inesorabile declino, dimenticando la sua mission, ovvero offrire trasporto pubblico locale. Alcune di queste sono state già avviate in questi mesi di lavoro, come l’analisi della flotta bus, del parco tram e dello stato dell’infrastruttura e l’accordo con Gtt per l’acquisizione dei 15 bus usati e l’ammodernamento dei tram per riuscire a mettere in marcia 13 vetture e l’acquisizione degli 8 bus dall’Atm di Milano. In ballo c’è anche un piano straordinario per recuperare 30 bus attualmente fermi in via La Farina, ma anche l’obiettivo di rinnovare la flotta con ulteriori 30 mezzi nuovi. Nei prossimi tre anni l’Atm promette di integrare il trasporto pubblico locale con le politiche di mobilità del Comune di Messina, analizzando la domanda e rivedendo l’intera rete. Si conta di ripartire con il servizio Scuolabus, con costi coperti dal Comune e dalle famiglie e ritentare lo sfortunato esperimento “A scuola in Tpl”. Sul fronte parcheggi sarà avviata una riorganizzazione dell’intera gestione per rendere più produttiva e, altro progetto sempre discusso e mai messo in atto, si punta ad acquisire dal Comune il servizio carro attrezzi, comprensivo di attrezzature e deposito auto rimosse.
Idee chiarissime anche sulla “riorganizzazione aziendale” che nel piano triennale targato Foti-Manna rappresenta la voce più corposa e promette importanti stravolgimenti ai piani alti di via La Farina. Si punta a: rivedere la pianta organica, analizzare le competenze per migliorare efficienza e distribuzione dei lavoratori, attivare concorsi per coprire ruoli e riconoscimento qualifiche legate alla professionalità, ridurre i contenziosi con il personale. In programma anche la selezione di figure per i ruoli di quadri intermedi per officine, tranvia e bus, azioni per contenere i costi, anche quello del personale, riasssegnazione degli ausiliari del traffico e controllo con responsabilità diretta sui lotti della Ztl, valorizzazione del personale Lsu e Ztl. Per migliorare ulteriormente la gestione e organizzazione della forza lavoro, il piano prevede anche nuove regole oggettive per la definizione dei turni, la fruizione dei vari permessi, la ridefinizione della procedura interna per le contestazioni disciplinari, una diversa programmazione ferie. Tra i punti anche la riorganizzazione delle officine e dei turni e l’efficientamento con un’unica centrale operativa, introduzione di sistemi di monitoraggio integrato su bus e tram e attivazione della priorità semaforica per i tram. Si ipotizza anche l’ingresso in azienda di giovani attraverso procedura per stage.
Nel programmare l’Atm dei prossimi tre anni non poteva ovviamente mancare una strategia mirata a “ricavi e marketing”. Ecco dunque che spunta la responsabilità diretta di coordinamento nelle Ztl e il monitoraggio degli incassi sia dalle strisce blu che sui mezzi. Si proverà a combattere l’evasione, o meglio il malcostume di non pagare il biglietto, con controlli mirati realizzati da squadre di 5 elementi che operano su un programma settimanale, ma anche introducendo la vendita a bordo ai capolinea, revisione della rete vendita e degli orari delle rivendite. In vista anche progetti per rendere l’Atm più “competitiva” e dunque in cantiere lo studio di una tariffazione integrata per collegamenti con la Calabria o le Ferrovie, biglietti integrati bus-spiaggia per turisti e croceristi, biglietto turistico per musei e siti culturali con bus “storico”.
Tutte le novità saranno pian piano comunicate ai cittadini, un aspetto che in Atm nessuno intende tralasciare. E nel piano sono state infatti inserite le iniziative da portare in avanti sul fronte “dell’informazione e della comunicazione”: numero telefonico per informazione sullo stato aggiornato del servizio, mappatura delle linee su cartografia digitale, piano di comunicazione per servizi innovativi come il bus notturno o quello scuola, miglioramento della situazione igienica sui mezzi e delle infrastrutture, pannelli alle fermate, revisione del sito internet con aggiornamenti in tempo reale, comunicazione sui social network.
Queste dunque tutte le azioni che si intendono mettere in atto nel triennio 2014-2017. Questo piano industriale è però parte del Piano di efficientamento del trasporto pubblico locale 2014-2020 a cui fanno capo tutte le proiezioni di costi e ricavi.
Tutto naturalmente si lega alla maggiore produzione di km e dunque vediamo che si conta di chiudere il 2014 con quasi 2,4 milioni di km per la flotta bus e 306 mila per i tram. Nell’anno che si sta per concludere si considera l’acquisizione dei bus dalla Gtt di Torino al costo simbolico di 1 euro, dunque 15 euro la spesa totale, a cui si devono aggiungere 125 mila euro per l’ammodernamento e 39 mila euro per le spese di spedizione. 90 mila euro si spenderanno invece per gli 8 bus in arrivo dall’Atm di Milano, a cui si aggiungono 20.800 euro per la spedizione. Quasi 100 mila euro sono poi stati previsti per pezzi di ricambio. Nel 2014 previsti anche dei ricavi: si conta di portare in cassa dalla Regione 7.325.546 euro per il chilometraggio bus e 1.350.375 per quello tranviario, mentre si prevede un leggero calo rispetto al 2013 dalla vendita dei biglietti e gratta e sosta. Dal Comune contributo da 17 milioni di euro per l’intero anno più 360 mila euro da destinare all’ammodernamento dei mezzi.
Nel 2015 si conta di portare la produzione di km bus a 3.875.000 km grazie ad un incremento della flotta previsto in due tranche: tra gennaio e marzo ripristino dei primi cinque mezzi, da aprile a dicembre sistemazione di altri 10. Un’operazione che costerà 225 mila euro. Si inizierà a lavorare anche sui tram, prevista una spesa di 800 mila euro per recuperare 4 vetture e portare i km prodotti a 370.842. Sulla base di questi numeri si prevede un aumento del contributo regionale, che in totale dovrebbe toccare quota 11,8 milioni, della vendita dei biglietti (17%) e dei gratta e sosta (10%). Calerà a 15,5 milioni il contributo del Comune che però coprirà con oltre 1 milione gli interventi sui mezzi.
Nel 2016 altri 5 bus andranno a incrementare la flotta, 4.166.667 i milioni di km che si intende produrre dal trasporto su gomma, 421.992 quelli che macineranno le 11 vetture tranviarie in linea. Ammmordernare i 5 bus costerà 75 mila euro, spesa sostenuta dal Comune, ma si inserisce la previsione di acquistare 10 nuovi bus al costo di 2,2 milioni di euro. A questo punto si renderà necessario aumentare di 15 unità il numero degli autisti che, sappiamo bene, non sono sufficienti con numeri di questa portata. Sul fronte ricavi si ipotizza un +23% dalla vendita dei biglietti, 12,5 milioni di euro di contributo regionale, mentre continua a calare quello comunale da 13.275.000 euro.
Nel 2017 si punta a raggiungere quota 4,5 milioni di km prodotti dai bus, con 56 vetture operative, e 550mila dai tram, con 13 macchine funzionanti. Il 2017 dovrebbe essere l’anno clou in cui si raccolgono i veri frutti di questo percorso anche sul fronte dei ricavi, dove si prevede il doppio degli incassi dalla vendita dei biglietti rispetto al 2013, anche se si faranno i conti con i minori contributi di Palazzo Zanca.
Sono questi progetti, obiettivi, strategie, costi e ricavi dell’Atm della Messina che non vuole precipitare nel dissesto. Le carte sono sul tavolo, adesso bisognerà solo non sbagliare nessuna mossa.
Francesca Stornante