Gestire la situazione finanziaria debitoria del comune di Messina non è di sicuro cosa semplice. Un’incombenza di non poco conto quella che il commissario Croce si trova a fronteggiare e per la quale è stato chiamato. Ma non tutti sono d’accordo con il suo modo di operare. In prima linea lavoratori e sindacati. Ed è proprio dal sindacato Csa che arriva una nota di disappunto verso l’operato di Croce in materia sindacale.
Sul piatto della bilancia a sfavore di Croce pesano ad esempio la costituzione del Fondo dell’area dirigenza e l’avvio del progetto “Anagrafe immobiliare e territorio comunale”.
Il coordinatore del Csa, Pietro Fotia, ha dichiarato illegittimo il fondo in questione: “si è proceduto in totale spregio degli obblighi di informativa, contrattazione e concertazione contrattualmente previsti – si legge nella nota -. Fattispecie quest’ultima, per la quale ci si riserva il ricorso alle sedi competenti, e che pone una palese sperequazione nei confronti dei dipendenti tutti, costretti ad aspettare anni per la definizione e l’erogazione del salario accessorio”. “Il progetto invece – prosegue Fotia –, in aperto contrasto con la crisi finanziaria in atto, stanzia risorse economiche a favore di un numero limitato di dipendenti”.
Il coordinamento sollecita dunque il commissario Croce ad affrontare, con assoluta priorità, tutte le tematiche da troppo tempo ormai in attesa di definizione, “con particolare riferimento all’obbligo di inserire nei Contratti Decentrati tutte le somme percepite dai dipendenti, ivi compresi gli emolumenti relativi a progettazione, incentivi, tributi, Istat”. Da parte del Csa, infine, la richiesta che le organizzazioni sindacali vengano convocate insieme, “stante l’unico comune obiettivo di tutela dei dipendenti”.
Ieri mattina, invece, nell’incontro programmato con il commissario Croce, i rappresentanti del Partito dei Comunisti Italiani, Antonio Bertuccelli, dell’Associazione “Agorà”, Pietro Currò e Giovanni Amendolia e dell’Associazione “Ecologia Solidale Messina”, Francesco Napoli, hanno esposto alcuni spunti di riflessione come contributo per superare la grave crisi che vede la città al collasso.
“Chi più ha, più paghi” è lo slogan-guida che è stato illustrato a palazzo Zanca. Su tre punti poi si sono soffermati in particolare il Pcdi e le associazioni. Al primo posto la rivisitazione e rivalutazione del sistema di concessioni che il comune ha con i privati, poi avvio alla “sdemanializzazione” di aree cittadine per le quali il comune paga un canone e infine differenziazione riguardo l’Imu. “Proponiamo – hanno dichiarato -che la casa venga tassata nel seguente modo: al minimo per i proprietari di prima casa e poi in modo direttamente proporzionale per i possessori di ulteriori immobili giungendo a moltiplicare ulteriormente la tassazione per i proprietari di oltre dieci appartamenti”. “Nessuno stravolgimento – hanno concluso -, solo opportune indicazioni”.