Mezzo consiglio comunale presente ieri in Aula ha bocciato la riqualificazione della Galleria Vittorio Emanuele, impallinando un atto d’indirizzo che riguarda un progetto già in corso da nove mesi, che coinvolge più soggetti in una sinergia che punta a far uscire la struttura dal tunnel di sporcizia, incuria, abbandono in cui è piombata da oltre 10 anni. Ma evidentemente tutto questo a 14 consiglieri non interessa, prevalgono probabilmente altre logiche, e per soli 2 voti, la proposta presentata dai consiglieri Nina Lo Presti e Daniele Zuccarello è stata bocciata con i 2 due no di Daniela Faranda e Nicola Crisafi, Ncd, le astensioni dei Dr Elvira Amata,Rita La Paglia e Carlo Abbate, Pio Amadeo (che passa a Sicilia Democratica), il quartetto Udc Franco Mondello,Mario Rizzo,Libero Gioveni e Mariella Perrone, i Pd Nicola Cucinotta ed Emilia Barrile, Antonella Russo e Pippo Trischitta Forza Italia. Non sono quindi bastati i 12 che hanno detto sì alla proposta:i i consiglieri del Megafono Angelo Burrascano, Nora Scuderi e Pippo De Leo, le accorintiane Lucy Fenech e Ivana Risitano, Donatella Sindoni, Pd Giuseppe Santalco e Claudio Cardile per il gruppo Felice per Messina, Fabrizio Sottile di Forza Italia e Gino Sturniolo, gruppo misto,oltre ovviamente ai firmatari dell’atto d’indirizzo Zuccarello e Lo Presti.
Probabilmente se la stessa proposta, che riguarda il gioiello del centro storico e che nasce dalla voglia di imprenditori,associazioni di dare un contributo fattivo, l’avesse presentata la giunta Accorinti, quella stessa maggioranza bulgara, Udc, Dr, Ncd e pezzi di Forza Italia e Pd che finora ha appoggiato ogni provvedimento, l’avrebbe approvata senza discutere per oltre due ore come accaduto ieri. E senza battere ciglio di fronte ad eventuali perplessità di revisori dei conti o dirigenti. Ma spesso, in quest’Aula, come ha sottolineato Giuseppe Santalco annunciando il suo voto a favore “prevale la logica di andare contro o a favore per antipatia o simpatia e non sulla base della proposta stessa”. Logiche che nulla hanno a che vedere con le urgenze della città o anche con problemi che si trascinano da anni,come appunto quello della Galleria Vittorio Emanuele che paga lo scotto di essere ostaggio di un muro di gomma e di non essere ubicata in via dei Mille. In quest’ultimo caso avrebbe trovato l’interesse sia della giunta che di questo Consiglio comunale.
Ma andiamo all’atto d’indirizzo bocciato ieri e presentato la scorsa estate dai consiglieri Nina Lo Presti e Daniele Zuccarello (vedi articolo allegato) e rimasto in attesa dell’esame dell’Aula per due stagioni,mentre nel frattempo si sono susseguite diverse conferenze dei servizi, alla presenza di dirigenti e il coinvolgimento di due assessorati nonché di quanti vorrebbero cambiare il volto della struttura ed è stato redatto un progetto di base. Sempre nel frattempo,per svegliare l’amministrazione e l’opinione pubblica si sono tenute diverse iniziative legate alla Notte in Galleria.
Il prezioso sito, oggi ridotto in stato di abbandono, è stato realizzato sul finire degli anni ’20 in stile liberty, ed è una delle Gallerie tre intestate al Re, ma in condizioni totalmente diverse da quelle di Milano e Napoli. Ristrutturata nel 2005, in gran parte a spese dei proprietari e di imprenditori di buona volontà, è adesso in condizioni intollerabili sia per chi vuol fare attività, che per i messinesi che ne vogliono usufruire, che per i turisti. L’idea indicata nell’atto di indirizzo, scrivono i due consiglieri è quella di creare “un’orchestra sincronizzata che suoni un’unica melodia a favore della Galleria”. Ma,a quanto pare non c’è peggior sordo di quello che non vuol sentire, nessuna musica né melodia, anche perché magari trova poco simpatico chi ha presentato la proposta del concerto. Peccato che a pagare queste beghe di un’Aula che non sa volare alto è la città. La proposta prevedeva oltre alla conferenza dei servizi (peraltro già in corso d’opera), la predisposizione del progetto di riqualificazione e “rivitalizzazione” attraverso una serie di iniziative culturali, nonché la pulizia e la sicurezza anche a carico di quegli imprenditori coraggiosi che vogliono scommettere (ma sbattono il naso contro il muro della burocrazia), riconoscere il sito come luogo potenzialmente importante (come era negli anni ’20), regolamentarne l’utilizzo, individuare un contratto di associazione con il Comune per la gestione e per garantire pulizia, funzionamento e manutenzione ordinaria. Insomma, l’atto era un modo per dare al Consiglio l’opportunità di svolgere un ruolo attivo e propositivo nei confronti della giunta e “indirizzare” e guidare il cambiamento. Niente da fare. La proposta Lo Presti-Zuccarello paga anche lo scotto di essere stata presentata dai consiglieri ritenuti pecore nere o visti come il fumo negli occhi. L’auspicio è che l’assessore Pino, che sembra il più propenso rispetto a Signorino e Cucinotta nel cercare di superare le pastoie burocratiche ed i muri di gomma legati al fatto che c’è chi vuole che la Galleria resti zitta, sporca, abbandonata al buio, avvii con coraggio quell’iter di riqualificazione che nel 2005 fu voluto dall’allora assessore Scoglio, che portò ad una seconda vita per la struttura, battezzata con un concerto dell’orchestra del Vittorio Emanuele. Sembra passato un secolo. Ieri il Consiglio si è arenato sulle dichiarazioni del dirigente Castronovo che si è soffermato sul regolamento Cosap (altro paradosso di un Palazzo che preferisce uccidere gli imprenditori piuttosto che aiutarli) che però non è legato alla rivitalizzazione del sito, ha poi sostenuto che nessuno ha mai presentato nel 2014 istanza di occupazione suolo,ignorando evidentemente quelle che tutti i titolari della Galleria presentano e si rivedono rispedite al mittente con le più svariate motivazioni. Ma quel che è più bizzarro è che ha fatto riferimento ad un regolamento del 1929. Da allora, sarebbe bene che tutti, compresi i consiglieri, ricordassimo che è trascorsa la seconda Guerra Mondiale,è stato costruito il Muro di Berlino ed è stato persino demolito, e in Italia abbiamo introdotto il divorzio e c’è la tv a colori. Insomma magari se abbattessimo anche noi i nostri muri non sarebbe male. Nel frattempo grazie a 14 no la Galleria Vittorio Emanuele resta il letamaio che è, pulito solo dai titolari degli esercizi, spesso al buio,spesso rifugio di barboni,galleria “artistica” di raccolta di firme e storie d’amore tra adolescenti, teatro di raid in moto o in Smart. Inascoltato l’appello di Santalco: “Non lasciamo che sia la giunta ad intestarsi questa battaglia”. Niente da fare Santalco, la proposta era stata firmata dai consiglieri sbagliati.
Rosaria Brancato