Da Taormina – Con la festa, svoltasi ieri sera a La Plage Resort, si concludono i tre giorni dedicati a Oliver Stone e al suo film epico Alexander, in cui la bisessualità dell’appassionato e complesso monarca, è riportata con la semplice sobrietà del libro storico di Robin Lane Fox. Un omosessualità tra commilitoni che nulla ostenta, priva di esteriorizzazioni o provocazioni, fondata su schiette nozioni filosofiche, addirittura aristoteliche. Nell’America puritana, le due precedenti edizioni del film hanno generato turbato imbarazzo e conseguenti polemiche, prima che Alexander si affermasse nelle classifiche nazionali, distinguendosi per incassi oltre che per costi. Molto stridente, per diversa fortuna, risulterà quindi la proiezione odierna, alle 20:45 al Palazzo dei Congressi, del film tunisino l’Home de cendres (1986), il cui regista, Nouri Bouzid, trascorse ben cinque anni nelle carceri di Bourguida, pagando la sua “sfacciataggine” nel descrivere la famiglia di stampo patriarcale, come nucleo di Hombredad (d’omertà) profonde, machismi, modelli imposti con violenza, perfino sodomitica. Censurato in Tunisia, poté uscire nelle sale francesi solo dopo un decennio di contraddittorio. Ma è proprio la Francia, del regista giurato Patrice Leconte, che con il suo film Voir la mer, in visione nella giornata di ieri, e con la Master Class odierna, prevista per le 10:30 nella Sala Fondazione Roma – Mediterraneo, a far d’allegra impuntura, da point of view “nuovamente” fresco sulla percezione dei costumi sessuali giovanili. Quella di Leconte è una storia d’incontri, scoperte e riscoperta di sé stessi, avvicinamenti delicati, quasi romantici, preludio a piaceri carnali sfaccettati, inconsce curiosità finalmente svelate, in un voyage-à-trois, un road movie bello e buono, agrodolce e ingenuo al contempo, come la scritta sulla t-shirt della protagonista: ADOTTAMI.
Marco Carroccio