“Così facendo , con molta tristezza, l’unico mezzo stabile e puntuale di collegamento tra la Sicilia e la terra ferma resterà quello clandestino degli scafisti.Che vergogna!!!”. Così commenta il capogruppo regionale PdR Beppe Picciolo l’annunciato smantellamento della flotta Alitalia in Sicilia che va ad aggiungersi ad una disastrosa situazione infrastrutturale ed oggi presenterà al presidente del Consiglio Matteo Renzi una mozione firmata da gran parte dei 90 inquilini dell’Ars.
E’ ormai fatto noto che l’Alitalia-Etihad ha annunciato la sospensione di numerosi collegamenti nazionali ed internazionali da e per la Sicilia. Dal 1 ottobre inoltre anche AirOne si appresta a fare le valigie, chiudendo la sede di Catania e cancellando i voli per Monaco, Mosca, Berlino, Amsterdam, Parigi, San Pietroburgo e ancora per Bologna, Torino, Venezia, Verona. In piedi resterebbero solo i voli garantiti da Alitalia per Roma, Milano, Pisa ed alcuni internazionali. Analogo discorso per l’aeroporto palermitano Falcone e Borsellino di Punta Raisi. Se a questo allarmante quadro aggiungiamo che la continuità territoriale in riva allo Stretto è seriamente messa in pericolo dopo l’annuncio di Bluferries di lasciare il porto storico e un bando per ex Metromare che rischia di andare deserto ci rendiamo conto che davvero Cristo si è fermato ad Eboli. Il danno causato dalla cancellazione dei voli è incalcolabile ed i deputati regionali del Patto per le riforme hanno deciso di rivolgersi direttamente a Renzi che oggi sarà a Palermo.
“Non vogliamo più subire mortificazioni da una politica scellerata che tende a cancellare la Sicilia dall’intero sistema dei trasporti nazionali- dichiara Beppe Picciolo- Abbiamo pagato di tasca nostra, quale cittadini siciliani, al pari di quelli del Trentino o della Lombardia per il risanamento dell’Azienda “colabrodo” Alitalia che, dopo anni di sperperi sempre destinati alle rotte di collegamento nazionali ed internazionali che privilegiavano al 80% le città del centro-nord, si è riciclata in terra araba ed ha deciso di intraprendere una nuova politica aziendale che, guarda caso, parte con un atto che è una penalizzazione delle rotte siciliane. Il Governo nazionale assiste in totale silenzio a questa nuova mortificazione della nostra economia regionale ed al relativo isolamento turistico. Ma noi deputati regionali non vogliamo restare in silenzio attendendo che il nostro destino venga deciso nelle oscure stanze di qualche palazzo romano o milanese”.
Da qui la decisione del gruppo PDR di presentare una mozione indirizzata al presidente Crocetta e all’assessore al turismo Michela Stancheris e promossa dai deputati Picciolo, Marcello Greco, Tamajo, Lo Giudice, Gianni, Cimino e che ha avuto il sostegno di gran parte dei colleghi dell’Ars.
La mozione sarà consegnata direttamente al Presidente del Consiglio per un intervento immediato e l’attivazione di un tavolo congiunto con l’assessore Stancheris che finora è stata l’unica che ha sollevato la gravità del problema.
“La riduzione delle tratte aeree determinerebbe tragici effetti negativi per la Sicilia, di carattere economico, turistico ma soprattutto sociale perché si vedrebbe privata di collegamenti diretti con le destinazioni nazionali ed internazionali determinando un’involuzione del concetto di globalizzazione ed accentuando il gap già esistente rispetto alle altre regioni d’Italia- si legge nel documento-Gli effetti negativi, di tale scelta aziendale da parte dell’Alitalia provocherebbero conseguenze disastrose per il turismo e avrebbero una sicura ricaduta negativa sull’economia e sull’occupazione dell’intera Sicilia, perché quest’ultima diverrebbe destinazione marginale e poco appetibile per i grandi flussi turistici nazionali ed internazionali”.
I deputati PdR inoltre ritengono la decisione dell’Alitalia illogica perché non avrebbe neanche tenuto in considerazione gli ottimi risultati aziendali raggiunti dalle attività realizzate dagli scali di Catania, Palermo e Trapani, nonché degli investimenti realizzati in termini di impostazioni infrastrutturali collegate con le aereo stazioni da parte della Regione e della CE, in particolare dalla recente apertura dell’aerostazione di Comiso.
“E’ inaccettabile- si legge ancora- che la compagnia aerea italiana per eccellenza, che ha beneficiato di aiuti economici con denaro pubblico, anche pagato dai contribuenti siciliani, possa agire, grazie alle scelte del nuovo management, con decisioni che penalizzano ad aree geograficamente sfavorite per i trasporti. Invitiamo quindi l’assessore Stancheris ad avviare un tavolo tecnico tra il Governo Nazionale e il Governo Regionale ai fini di scongiurare una decisione lesiva per la nostra Sicilia, ed un interlocuzione diretta tra il Presidente della Regione Crocetta e il Premier Renzi che provi a chiarire la situazione. Si chiede infine di avviare sin da subito iniziative per agevolare l’investimento di altre compagnie aeree che possano coadiuvare o addirittura subentrare nei collegamenti non più operati da Alitalia, ricorrendo all’utilizzo di tutte le linee di intervento prevedibili nei fondi della prossima programmazione europea”.
Se Alitalia e AirOne smobilitano non è detto che non si possano trovare altre soluzione per evitare che l’isola diventi sempre più “isola”e sempre più lontana dall’Italia. A margine va aggiunto che la politica tariffaria di Alitalia non è mai stata particolarmente vicina alle esigenze dei siciliani ed ha danneggiato anche il turismo. Ci sarebbe da riflettere su una politica nazionale dei trasporti che taglia i treni notti dalla Sicilia verso il Nord, non potenzia la rete ferroviaria dell’isola, smobilita ogni possibilità di collegamento rapido ed efficiente. Con ferrovie da terzo mondo, autostrade all’anno zero, restare pure senza collegamenti aerei ci lascia senza alternative. Oppure, come ha commentato Picciolo “con quelli garantiti dagli scafisti”.
Rosaria Brancato