Migliaia di ragazze e ragazzi in fila per uno “posto al sole”, dietro l’etichetta di Amici. Uno spettacolo che ha riacceso le luci della Fiera, riscaldando i motori in vista della classica Campionaria di agosto. Ma è davvero ancora “classica” la kermesse a cui i messinesi non sanno mai rinunciare, pur criticandola ogni anno, rimpiangendo puntualmente quella dell’anno precedente? A porre il quesito, tutt’altro che lontano dalla realtà, è il coordinatore cittadino di Sinistra Ecologia Libertà, Daniele Ialacqua. E lo fa con una sorta di provocazione: «E’ stata presentata la 72. Fiera campionaria di Messina: cabaret, mostre, sport, giochi per bambini, miss Italia…e la fiera?». Non la cosiddetta “fiera dell’arancino”, come più volte è stata ironicamente (e maliziosamente) definita, ma una fiera che vada oltre – rispettando i crismi del proprio nome – quello che ha finito per sostituire il consueto cartellone estivo, che ormai da Palazzo Zanca non riescono più a proporre.
«E’ lodevole – afferma Ialacqua – che il commissario dell’Ente Fiera D’Amore si impegni a rendere l’estate messinese meno grigia, visto che dall’amministrazione comunale, non essendo in grado di garantire i servizi pubblici essenziali (rifiuti, mobilità, verde), i messinesi non possono aspettarsi un degno cartellone di spettacoli e di iniziative per allietare l’estate cittadina. Ma ci domandiamo: dov’è finita la Fiera? Non sarebbe il caso di interessarsi un po’ di più su come rilanciare la Fiera e le attività economiche cittadine piuttosto che preoccuparsi di organizzare spettacoli?».
E poi il solito dilemma, quello ormai storico: «Quando si deciderà di trasferire la Fiera in altro sito cittadino (e non a Taormina o Catania), utilizzando i 15 milioni di euro regionali di cui da tempo si parla, costruendo un vero Polo fieristico e convegnistico, e liberando finalmente lo spazio attualmente occupato dalla fiera per poche settimane, per aprirlo 365 giorni l’anno alla pubblica e gratuita fruizione (attualmente bisogna pagare migliaia di euro al giorno all’Ente Fiera ed all’Autorità portuale per utilizzare gli spazi fieristici!) prevedendo spazi per attività culturali, sportive, ricreative, musicali, ecc..?». Il dibattito sul trasferimento del polo fieristico è antico quasi quanto quello sul Ponte. Ma come spesso accade, si parla, si parla. E la Fiera, arancino o no, Grillo o Zelig che sia, è sempre lì.