La Vara non è a rischio. E’ vero che il tempo a disposizione è poco, è vero che la macchina organizzativa si sta mettendo in moto solo adesso, ma la nuova amministrazione Accorinti non ha intenzione di fermare quella che una tradizione simbolo dell’identità messinese. Lo ha ripetuto anche questa mattina l’assessore Sergio Todesco che nel suo ufficio al quinto piano del Palacultura prima di incontrare Marco Grassi e Nino Di Bernardo, due membri del Comitato Vara che, dopo il tentativo di ieri di avere un confronto con il sindaco Accorinti, oggi si sono presentati dal neo assessore che dovrà mettere a punto tutto ciò che riguarda l’allestimento di un evento così imponente. Nella lettera scritta questa mattina l’assessore Todesco anticipava alcuni punti che poi sono stati ripetuti durante l’incontro di oggi. Intanto il fatto che in questi mesi nulla è stato fatto dal Commissario Croce e dagli uffici competenti. “Al di là della guida politica ritengo che alla Vara si poteva iniziare a pensare già da gennaio, come del resto è accaduto negli anni precedenti” dice Todesco che in questo discorso trova anche l’appoggio del Comitato che aveva effettivamente sollecitato il Commissario Croce con delle lettere che però non hanno mai trovato risposta. Considerata anche l’attuale situazione economica della città pare che non ci siano abbastanza fondi per la realizzazione della manifestazione così come è stata fatta negli anni scorsi. “Si può rinunciare a tutti quegli elementi non sostanziali e che non servono a delineare l’identità della Vara, penso alle varie sfilate, ai carretti, ai gruppi folklorici, alle majorettes. Facciamo la Vara dal basso con la partecipazione di tutti, sperando nella generosità degli sponsor e proviamo anche a coinvolgere l’intera città”. Come fare? L’assessore ha già un’idea ma al momento è solo un’ipotesi. “Ho pensato che si potrebbe attivare un numero per la raccolta di fondi attraverso sms con cui ognuno potrà donare 1 euro”. Così l’assessore vuole stemperare le polemiche, creare partecipazione e coinvolgimento, più fede e meno orpelli.
I due membri del Comitato, dal canto loro, hanno voluto spiegare all’esponente della giunta Accorinti tutto il lavoro che c’è da fare subito. Sono tante le procedure da attivare, gli Uffici comunali da mettere in moto, gli interventi da programmare, basti pensare alle operazioni di potatura degli alberi e di scerbatura del verde. In grande disaccordo però quando si parla di tutte le manifestazioni collaterali, come le passeggiate dei Giganti o gli spettacolo folklorici, definendole orpelli. “Mi stupisce molto che l’assessore Todesco, da etnoantropologo, dica che le nostre tradizioni che arricchiscono l’evento e attirano migliaia di spettatori siano orpelli a cui si può rinunciare. Mi piacerebbe sapere cosa ne pensano i vari gruppi che negli anni si sono impegnati” ha dichiarato Marco Grassi. Intanto la posizione del Comitato, che aveva fatto un passo indietro, in questo momento resta di disponibilità alla collaborazione. L’assessore però ha già un’idea anche a proposito di questo. Sta infatti valutando l’ipotesi di creare due comitati o commissioni con funzioni specifiche. Uno tecnico-organizzativo di cui farebbero parte tutti coloro i quali partecipano attivamente alla processione, uno storico-scientifico che curerebbe tutti gli aspetti legati alla contestualizzazione storica e al rispetto delle tradizioni. Ancora Grassi ricorda che questa era la formula che c’era fino a circa 15 anni fa, quando poi le due commissioni si sciolsero durante gli anni dell’ex Sindaco Franco Provvidenti in occasione della diatriba per il progetto del tram. A prescindere da quali saranno gli organi i due esponenti del Comitato intanto saranno disponibili ad aiutare l’amministrazione, poi valuteranno se far parte o meno di nuove realtà. Ci tengono però a sottolineare che devono sparire le ombre che si sono annidate sul Comitato e sul lavoro che ha svolto in questi anni. “Lasciando la parte la vicenda giudiziaria, non possiamo accettare che la città adesso ci etichetti come portatori di chissà quali interessi e dunque per questo così affezionati alla Vara. Non possiamo neanche accettare che oggi si dica che si deve ripristinare legalità perché significherebbe che negli anni questo è mancato e non è così. Abbiamo dato sempre gratuitamente il nostro contributo ed è quello che stiamo provando a fare anche oggi ma da una posizione un po’ più defilata. Voglio ricordare solo che negli ultimi tre anni, su mandato della Prefettura, è stato il Comitato a gestire il servizio d’ordine all’interno delle corde e dunque basterebbe questo per far capire quanto importante è stato il nostro ruolo” ha continuato a spiegare Grassi. Giovedì ci sarà una nuova riunione, questa volta con tutti i dirigenti dei Dipartimenti comunali coinvolti nell’organizzazione. E giusto per avere qualche numero sulle organizzazioni passate: dieci anni fa la Vara costava oltre 500milioni di lire, negli ultimi anni la spesa non ha superato i 150mila euro. Oggi forse si dovrà far quadrare il cerchio con molto meno. Ma di certo la Vara il 15 agosto vedrà la luce.
(Francesca Stornante)