Salvatore Micale va in carcere. Venerdì scorso la sentenza della Cassazione che ha rigettato il ricorso del 48enne barcellonese contro la condanna a trent’anni inflitta in primo grado il 28 maggio 2020 e confermata dalla Corte d’Appello di Messina il 14 ottobre 2021.
Stamani i carabinieri del Ros e i colleghi del Comando provinciale di Messina hanno dato attuazione all’ordine di carcerazione emesso dalla Procura di Messina.
Micale era stato arrestato il 30 gennaio 2019 a Barcellona in seguito all’operazione Nemesi, che aveva ricostruito una serie di omicidi commessi tra il 1997 e il 2001 per motivi legati agli interessi della famiglia mafiosa dei barcellonesi.
In particolare Micale è ritenuto corresponsabile dell’omicidio di Giovanni Catalfamo, commesso a Barcellona il 29 settembre 1998, fatto aggravato poiché commesso avvalendosi delle condizioni di cui all’articolo 416 bis c.p. e al fine di agevolare le attività dell’associazione di tipo mafioso dei Barcellonesi.
L’omicidio di Giovanni Catalfamo viene contestato a Salvatore Micale, in concorso con altre persone già giudicate per lo stesso fatto. Catalfamo venne ucciso a colpi d’arma da fuoco, da killer giunti a bordo di una moto rubata, mentre tentava di rifugiarsi nel condominio in cui abitava. Catalfamo sarebbe stato ucciso perché faceva l’usuraio, in concorrenza con la mafia barcellonese. Micale avrebbe avuto il compito di segnalare il passaggio della vittima per dare il via all’omicidio.
“Catalfamo era un usuraio ma non agiva da solo, l’associazione imputava l’usura a Filippo Milone, che era interno all’associazione. E tutto era chiaro anche dalle indagini sui conti bancari. Catalfamo era un venditore ambulante con conti da centinaia di milioni di lire ed era stato rinviato a giudizio per associazione mafiosa, ma poi assolto, nell’ambito dell’operazione Mare Nostrum. L’omicidio di Catalfamo è un messaggio inequivocabile per Milone, nel modo più classico, con due killer a bordo di una moto rubata. Ma era tutto già emerso in Gotha 6”.
Salvatore Micale “si apposta e, appena vede Catalfamo, fa uno squillo agli esecutori per entrare in azione. L’omicidio era previsto da tempo e, in un caso precedente, salta perché Micale non si presenta sul luogo”.