cronaca

Omicidio di Camaro, spuntano altre prove sulla scena del crimine FOTO

MESSINA – Altri 4 proiettili, e altri fori sui muri esterni ed interni. E’ quello che è venuto fuori in via Eduardo Morabito a Camaro, teatro il 2 gennaio scorso della sparatoria costata la vita a Giovanni Portogallo e Giuseppe Cannavò. Altre tracce della sparatoria, quindi, nelle aree esterne dell’abitazione di Claudio Costantino, in carcere per il duplice omicidio dallo scorso 9 aprile, quando la Polizia lo ha arrestato in Calabria, dopo 3 mesi di latitanza.

I proiettili andranno ora all’esame del Reparto Investigazioni Scientifiche dei Carabinieri, che sul posto avevano già prelevato e repertato altre tracce di proiettile. Le ulteriori altre pallottole, invece, sono emerse durante un rilievo dei consulenti di parte di Costantino, gli esperti del Centro di Investigazioni Scientifiche incaricate dagli avvocati Filippo Pagano e Carlo Taormina di esaminare l’area. E quello stavano facendo ieri gli esperti, arrivati a Camaro per effettuare una ricostruzione sulla scena del crimine, partendo dai punti “segnati” dagli investigatori durante i primi rilievi. Tornando a esaminare i muri perimetrali dell’abitazione, il pavimento cortile tra le costruzioni e anche quello interno all’edificio adiacente a quello dove abita Costantino, sono venuti fuori altri segni riconducibili agli spari, e in alcuni di questi i 4 proiettili. Tutto andrà ora all’esame intanto dei Ris, poi sarà il giudice a decidere se saranno vagliati anche dai consulenti privati, nel corso dell’inchiesta.

Il primo dato da stabilire è: sono proiettili dello stesso tipo di quelli già ritrovati, quel calibro 9 già individuato, sono stati sparati di recente e quindi plausibilmente quella notte o risalgono ad un momento diverso?

Vanno avanti quindi gli accertamenti scientifici degli investigatori, pubblici e privati, per ricostruire il quadro di quello che è accaduto quella sera, e in particolare vagliare la credibilità del racconto di Costantino, che ha confessato di aver sparato sì, ma per difendersi dal presunto “agguato” che Cannavò e Portogallo gli avrebbero teso, facendo irruzione armati nella sua abitazione.

Domani intanto saranno effettuati gli esami delle tracce ematiche rinvenute sul motorino sequestrato, mentre nei giorni scorsi sono stati estratti i dati dal cellulare. Gli investigatori stanno anche cercando di capire se Costantino possa avere appoggi esterni anche in carcere. In corso quindi anche perquisizioni mirate.