“Mi sono svegliato di soprassalto, ho sentito gridare la compagna di mio zio e sono andato nella villetta accanto la nostra e l’ho visto in un lago di sangue». Così un nipote di Pierluigi Mollica, 59 anni, imprenditore operante nell’editoria e nel basket e socio fondatore del nostro giornale, ricostruisce la notte di tragedia a cui ha assistito a Spadafora, nel Messinese, dove suo cugino Gabriele, 20 anni ha assassinato il padre.
«Ho chiamato subito ambulanza e carabinieri – ricorda parlando con l’Ansa – ma non c’è stato alcunché da fare per mio zio. Per la nostra famiglia è una tragedia. Ho chiesto a mio cugino perché lo avesse fatto, ma era sotto shock e mi ha detto: “Cosa ha fatto lui non io”. Purtroppo – aggiunge – la verità è che non aveva mai accettato che mio zio si fosse separato dalla moglie e si fosse rifatto una vita. E non voleva che la nuova compagna stesse con loro in casa. Tanto è vero che non voleva mai mangiare a casa e veniva da noi e dagli altri parenti a pranzare e cenare».