E’ il giorno del lutto ad Alì Terme, il piccolo centro dove Stefania ed Andrea vivevano, in due abitazioni distanti neppure una decina di metri. Oggi pomeriggio la famiglia dará l’ultimo saluto ad Andrea, alle 18 nella chiesa di San Rocco, dove domani alle 11 toccherà ai parenti e gli amici di Stefania accompagnare la loro giovane tanto amata verso l’ultimo viaggio.
Anche oggi la riviera jonica del messinese, infuocata per le temperature che hanno acceso l’alba dell’estate, sotto lo stesso sole cocente a picco che ha visto i due ex fidanzati parlarsi per l’ultima volta, si sveglia sotto lo choc di quello che sempre più appare come un gesto folle e inaspettato, senza avvisaglie.
Ieri pomeriggio intorno alle 16 il medico legale Elvira Ventura Spagnolo ha ricevuto dal pm Antonio Carchietti l’incarico di svolgere l’autopsia sul corpo dei ragazzi ed ha cominciato subito l’esame, proprio per permettere la restituzione dei corpi alla famiglia prima possibile.
Stamane invece l’Università di Messina, dove Stefania frequentava il corso di laurea alla Facoltà di Farmacia, ha ricordato la ragazza lasciando libera una seduta in aula, segnalandola col volantino di Posto Occupato, l’iniziativa nazionale contro il femminicidio.
I contorni della tragedia di Roccalumera intanto vanno definendosi grazie ai primi passi dell’inchiesta del pm Carchietti e del Capitano Leoncini, ai comandi della Compagnia Messina Sud. I testimoni ribadiscono che i ragazzi erano soli, nella radura di contrada Piana a Roccalumera. L’autopsia cominciata ieri ha confermato che i colpi mortali che hanno spento i due giovani sono stati esplosi da distanza ravvicinatissima.
Accanto al perito Ventura Spagnolo c’era il dottore Nino Bondì, medico legale incaricato dalla famiglia Tringali di seguire le operazioni. Il risultato dell’autopsia sara’ tra due mesi sul tavolo del magistrato, che ha affidato ad altri esperti ulteriori rilievi: un esame tossicologico, un esame istologico infine un esame radiografico. A lavoro i Ris di Messina sul materiale rinvenuto sul posto, la pistola calibro 9, le due auto, infine i tabulati dei due cellulari dei giovani, per capire se qualcun altro poteva sapere dell’appuntamento.