Politica

Open Arms. Salvini, Meloni e l’immigrazione come colpa

di Marco Olivieri

Una premessa: dimentichiamo in parte gli aspetti giuridici. Quelli sono analizzati nel processo “Open Arms”, che vede imputato il ministro Matteo Salvini. E concentriamoci sugli aspetti umani e culturali. “I diritti umani vengono prima della difesa dei confini”, ha dichiarato la procuratrice aggiunta Marzia Sabella. E, secondo il pubblico ministero, che ha chiesto sei anni di reclusione, il leader leghista aveva l’obbligo di concedere un porto sicuro ai 147 migranti salvati dalla nave dell’Ong spagnola nell’agosto del 2019 (fonte Rai News).

Ecco, soffermiamoci su come concepiscano l’essere umano la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il vicepresidente Salvini.

Migrare è quasi una colpa, le parole di Meloni e dei leghisti

Basta affidarsi alle parole degli esponenti di governo. Per loro, se dobbiamo essere consequenziali, migrare risulta una colpa. Secondo la presidente, “è incredibile che un ministro rischi sei anni di galera per aver protetto i confini italiani dall’immigrazione illegale. Un precedente gravissimo”. Ed ecco il deputato della Lega Anastasio Carrà: “Dietro la richiesta dei Pm di Palermo è evidente che si nasconde un tentativo gravissimo di colpire un leader politico e ministro che ha agito onorando l’impegno preso nei confronti degli italiani che gli hanno dato fiducia”. E il  il senatore messinese e commissario regionale della Lega Nino Germanà: “La richiesta di condanna del pm nei confronti di Matteo Salvini nel processo Open Arms è vergognosa. È palese come si tratti di un processo politico. Una follia ideologica che invoglierà ancor di più scafisti e trafficanti di essere umani ad arrivare nelle nostre coste. Avanti tutta sempre a testa alta, Matteo siamo con te!”.

In sostanza, per chi governa il soccorso immediato va riservato a chi ha la carta d’identità italiana. Tutti gli altri, compresi i minori, s’arrangino. Un’Europa pavida e una sinistra spesso balbettante hanno lasciato che la destra soffiasse sul fuoco e alimentasse l’uso strumentale dell’immigrazione. Il tutto nonostante si sappia benissimo che governare il processo migratorio non sarebbe impossibile. Un’equa distribuzione tra i vari Paesi, permessi per lavoro, corridoi umanitari, cittadinanza con diritti e doveri: tutto questo toglierebbe forza ai traffici illegali di esseri umani, con innegabili vantaggi sul piano economico e demografico per l’Italia e altre realtà nazionali.

Il futuro è multiculturale. Prima o poi se ne dovranno fare una ragione. Ma cosa possiamo pretendere da chi nega persino Ius scholae e Ius culturae? Ovvero si dice “no” alla cittadinanza per chi è già italiano, figlio di migranti, ad esempio dopo un ciclo scolastico di dieci anni. In sostanza, con questi governanti l’Italia non potrà mai rinascere. Altro che futuro. Indietro tutta.