Sono 15 le condanne alla fine del processo nato dall’operazione Cesare sui nuovi equilibri della mafia a Giostra. La sentenza del giudice per l’udienza preliminare Eugenio Fiorentino, arrivata a metà del pomeriggio di oggi, modifica l’ipotesi degli inquirenti. Secondo la procura il rione è sempre in mano allo storico boss Luigi Galli, attraverso i reggenti a lui fedelissimi. Sono i suoi parenti e alcuni bracci destri, infatti, a gestire corse di cavalli ed estorsioni. Per il giudice invece non c’è prova del legame con il clan. Il GUP ha escluso il coinvolgimento dell’associazione di stampo mafioso, riconoscendo il reato di associazione “semplice” per la gestione delle corse clandestine di cavalli.
Ecco il verdetto: 3 anni e 4 mesi per Carlo Altavilla, 2 anni e 8 mesi per Maurizio Fracasso, Gaetano Munnia, Maria Grazia Munnia, Natale Rigano e Salvatore Vecchio; un anno e 4 mesi per Paolo Gatto e Luigi Vinci; un anno e 8 mesi per Santo Giannino, un anno per Vincenzo Misa; 2 anni e 4 mesi per Alessio e Carlo Palermo; 6 anni per Francesco Spadaro; 3 anni e 8 mesi per Francesco Vento. La condanna per Giuseppe Irrera è a 4 anni di reclusione e l’interdizione. L’Accusa aveva sollecitato la condanna a 10 anni di reclusione.
Si tratta di condanne piuttosto severe, se si tiene conto che sono state emesse al processo abbreviato, il rito speciale che consente di abbattere il “quantum” della pena, e che per quasi tutti sono state stabilite anche onerose multe (Altavilla dovrà per esempio pagare anche 34 mila euro di multa).
Ma ci sono anche delle assoluzioni parziali, mentre vengono scagionati del tutto Roberto Palermo, Giuseppe Longo e Ivan Catanzaro, rappresentante della società che gestisce la storica enoteca Musso. Il giudice ha detto no alla richiesta di risarcimento avanzata dal Comitato Addio Pizzo, costituitasi parte civile, mentre sarà risarcita con 5 mila euro l’associazione Horse Angels ODV, la sigla che si è occupata del benessere dei cavalli, sfruttati nelle gare intorno cui ruotano le scommesse clandestine.
Il 14 ottobre scorso l’Accusa, rappresentata dai PM Liliana Todaro e Antonella Fradà, aveva chiesto condanne più severe per tutti. La retata con 24 arresti è scattata l’11 novembre del 2020. Impegnati nelle difese gli avvocati Antonino De Francesco, Bonaventura Candido, Salvatore Silvestro, Giovanni Caroè, Tancredi Traclò, Antonello Scordo, Massimo Marchese, Ilaria Intelisano, Domenico Andrè,
“Ivan Catanzaro oggi è stato assolto dalle gravissime accuse portate avanti dalla Procura di Messina. Non possiamo che essere molto soddisfatti per la pronuncia liberatoria, frutto di una attenta e distaccata lettura dell’incarto processuale da parte del Gup ma anche supportata dalle inequivocabili risultanze delle indagini difensive che hanno offerto prova inconfutabile dell’infondatezza delle accuse”, commentano i difensori, gli avvocati Candido e De Francesco.
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