MESSINA – Due persone in carcere, tre ai domiciliari, undici con divieto temporaneo di esercitare attività professionali o imprenditoriali, sequestro dal valore di 15 milioni.
Sono i risultati dell’operazione Default, condotta dalla Guardia di Finanza di Messina nei confronti di un’associazione per delinquere dedita alla commissione di reati di bancarotta, sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte, riciclaggio e auto-riciclaggio, falso ideologico in atto pubblico ed appropriazione indebita.
Il provvedimento, a conclusione di indagine diretta dalla Procura di Messina, è stato emesso dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Messina, Maria Vermiglio.
Al vertice dell’associazione c’erano due avvocati, Andrea Lo Castro e Francesco Bagnato, e un commercialista messinesi, Benedetto Panarello, che, anche avvalendosi di prestanome (Orazio Oteri e Giuseppe Barbera), predisponevano per la loro nutrita clientela, composta da imprenditori operanti su tutto il territorio nazionale, illeciti strumenti ed atti giuridici per effettuare, a favore di società riconducibili a questi ultimi, operazioni finanziarie e societarie tese ad occultare il loro patrimonio ai creditori ed al fisco.
Sono state ricostruite numerose operazioni illecite effettuate, nel periodo che va dal 2014 al 2017, dai professionisti messinesi per conto di importanti gruppi imprenditoriali presenti in diverse regioni italiane.
Secondo un consolidato schema operativo, i professionisti indagati provvedevano a svuotare rilevanti poste patrimoniali da diverse società in difficoltà trasferendoli in altre di nuova costituzione, lasciando gli ingenti debiti in capo alle società originarie. Queste ultime, poi, venivano messe in liquidazione dagli amministratori, perlopiù individuati nei prestanome e, successivamente, chiuse nel più breve tempo possibile, all’insaputa dei creditori in modo da evitare che, nel termine di un anno, costoro potessero presentare istanza di fallimento.
Il sequestro, dal valore di 15 milioni, riguarda un patrimonio costituito da alberghi, aziende, terreni nonché quote societarie e somme di denaro.
Gli imprenditori coinvolti, tutti destinatari della misura interdittiva, sono:
– Francesco D’Amico, già proprietario del Jolly Hotel di Messina, e la moglie P.I.. I due coniugi sono attualmente proprietari di due alberghi a Chianciano Terme (Siena), posti oggi a vincolo di sequestro.
– R.F. ed il figlio A.F., costruttori della provincia di Reggio Calabria;
– F. R. F. ed i figli G.F. e O.F. imprenditori di Policoro (Matera) operanti in diversi settori economici, insieme alla loro collaboratrice E.Z. di Milazzo;
– B.L. ed il figlio V.L., imprenditori del settore alimentare operanti della provincia di Reggio Calabria;
– P.V.B., faccendiere di Milano.