Si è chiuso con lievi sconti di pena per cinque imputati il processo d’appello dell’operazione Doppia Sponda, l’indagine dei Carabinieri su un gruppo emergente di spacciatori di Mangialupi che, da Messina, si approviggionavano di droga sia a Catania che in Calabria.
Questa la sentenza di oggi della Corte d’Appello: 5 anni e 5 mesi per Giuseppe Valenti, 5 anni e 8 mesi per Marco D’Angelo: 2 anni e mezzo a Gianluca Miceli, 2 anni e 9 mesi ad Alessandro Cutè, 2 anni e 8 mesi a Salvatore Di Mento, scarcerato. Conferma la condanna per Giuseppe Venuti – 21 anni e 9 mesi, Giovanni De Luca – 3 anni e mezzo per altri tre.
L’Accusa aveva invece chiesto la conferma integrale del verdetto di primo grado, risalente al febbraio 2019.
Hanno difeso gli avvocati Cinzia Panebianco, Salvatore Silvestro, Domenico Andrè, Melita Cafarelli, Giovanni Mannuccia e Rosy Spitale.
A scoprire il giro di droga gestito da un gruppo di pusher del quartiere-fortino di Mangialupi erano stati i Carabinieri del Nucleo Investigativo. La retata è scattata all’inizio del 2017.
Le intercettazioni avevano rivelato gli intensi traffici del gruppo, che era molto legato ai catanesi ma si riforniva anche sulle piazze calabresi di hashish, marijuana ma anche cocaina. Lo spaccio avveniva anche attraverso le chat, e l’esponente principale del gruppo amava esibire sui social i segni di riconoscimento e “fratellanza” con gli altri gruppi”, come un tatuaggio che aveva mutuato dal suo contatto catanese e che aveva suggerito ai suoi più fidati uomini, per vedersi emulato.