Sottoponevano a richieste estorsive, messe in atto con metodo mafioso, l’ente assistenziale Aias di Barcellona. Ad eseguire le ordinanze di custodia cautelare emesse questa mattina dal Gip del Tribunale di Messina Walter Ignazzitto, gli uomini della squadra mobile di Messina. Quattro le persone finite in carcere nell’ambito dell’operazione denominata “Gohta II”, ritenute tutte componenti dell’organizzazione criminale di stampo mafioso “Famiglia Barcellonese”: Giovanni Rao, Carmelo Gimabò, Mariano Foti e Carmelo D’Amico.
Come spiegato questa mattina nel corso della conferenza stampa tenuta dal Procuratore Capo Guido Lo Forte, le indagini hanno portato alla luce un capillare sistema di estorsioni durata ben 9 anni, dal 1999 al dicembre 2008, quando poi l’ente di Barcellona è stato commissariato per via del dissesto finanziario. Determinanti ai fini dell’operazione, le dichiarazioni rese dall’ex-presidente dell’Aias Luigi La Rosa, a partire dal maggio 2010, e che hanno poi trovato conferma nelle confessioni dei collaboratori di giustizia Bisognano e Gullo. In quattro anni, versanti più di 800 mila euro nelle “casse” della Famiglia Barcellonese.
A breve ulteriori dettagli. In giornata l’intervista al Procuratore Capo Guido Lo Forte