Cronaca

Operazione “Magnifica”, Clarastella Vicari Aversa nominata ricercatrice di UniRc

REGGIO CALABRIA – Nel riserbo di tutte le parti interessate, alla fine ce l’ha fatta la caparbietà di Clarastella Vicari Aversa, la ricercatrice le cui vicende hanno dato vita all’operazione Magnifica della Procura di Reggio Calabria.

Nel novembre scorso, la studiosa messinese è stata proclamata vincitrice di concorso a un posto da ricercatrice all’Università “Mediterranea”.

Stavolta, non è stato un “film già visto”

Secondo la Procura reggina, è il caso di ricordarlo, Vicari Aversa sarebbe stata osteggiata dall’Università “Mediterranea” fino a negarle per anni uno degli 8 posti da «ricercatore universitario non confermato» (e nello specifico uno dei due che spettavano alla Facoltà di Architettura) messi a bando dall’Ateneo reggino nell’ormai remoto 2008.

In effetti, la Commissione nominata con decreto rettorale numero 240 del 29 luglio 2022 – i professori Carmela Andriani, Giuseppe Ciorra e Marcello Sestito – s’è riunita l’ultimo giorno dell’ottobre scorso e poi, per esami e valutazioni, il 7 e 8 novembre 2022.

Un film già visto, apparentemente. E invece no: anche perché, al di là delle libere e competenti valutazioni dei commissari preposti all’iter concorsuale, l’inchiesta della Procura reggina aveva ampiamente dispiegato i suoi effetti, con ricadute sullo stesso concorso.

Russo assente. In concreto, nessuna comparazione

Clarastella Vicari Aversa

I tre snelli articoli di un altro decreto del rettore, il numero 408 dell’11 novembre 2022, dicono molto “ma non tutto”, nel proclamare «vincitrice della predetta procedura di valutazione comparativa la dott.ssa Clarastella Vicari Aversa» per un posto da ricercatore legato al Ssd Icar/14 “Composizione architettonica e urbana”. Per esempio, non dicono – non era quel decreto la sede giusta per dirlo – che in realtà non c’è stata una vera «procedura comparativa».

Sì, perché il vincitore “storico” del posto oggetto di contestazione e del celebre ricorso dell’architetta Vicari Aversa, cioè Antonello Russo – al di là delle nuove prospettive occupazionali ottenute nel frattempo in altro Ateneo – stavolta al concorso non ha preso parte.

A essere più precisi, come da verbale d’esame, alle 15,30 del 7 novembre dello scorso anno – in pratica, mentre il principe Alberto di Monaco veniva insignito della laurea honoris causa in Scienze forestali e ambientali dall’ormai rettore a pieno titolo Giuseppe Zimbalatti – la Commissione si riunì per la già citata «procedura comparativa», esattamente otto mesi dopo la sentenza del Tar calabrese numero 169 del 7 marzo precedente. E lo fece, sapendo già perfettamente che non ci sarebbe stata alcuna comparazione.

Perché, come da verbale, quattro giorni prima – il 3 novembre – proprio Antonello Russo aveva inviato una missiva, datata Siderno, comunicando la propria intenzione di non partecipare alla selezione.

Richiamati i 14 anni «di tensioni continue» e d’«ingentissime spese legali», scrive Russo d’aver deciso «con rammarico» di operare una scelta «finalizzata a preservare i miei interessi personali di fronte a una situazione che ha assunto contorni oltremodo gravi». Scelta che si può riassumere con una delle frasi conclusive della missiva: «Giunto a un punto critico di questa vicenda, ritengo sia opportuno voltare pagina».

Il procuratore reggino Giovanni Bombardieri

Non c’è, no, uno “sbrigativo riferimento” alla significativa inchiesta dei magistrati reggini che lo vede fra i 52 indagati.

La missiva di Antonello Russo è un atto d’accusa, in relazione al «clima di sospetto che ha avvolto la ‘Mediterranea’, a partire proprio da un’indagine mossa sulla posizione di uno studioso che ha avuto il solo torto di confermare sul campo, e con il proprio lavoro, gli esiti che più Commissioni avevano decretato in procedure diverse».

Lo studioso messinese punta l’indice contro gli organi d’informazione, che avrebbero messo in piedi un «tritacarne mediatico alimentato ad arte, alla feroce ricerca di una preda in cambio di un like d’approvazione». E si augura che le indagini della magistratura, ancora in corso, «possano valutare il lavoro che mi contraddistingue».

Antonello Russo si rammarica che, in sede giudiziaria, scrive riferendosi a Tar e Consiglio di Stato, «per ragioni a me non comprensibili mai è stata considerata la mia attività di studioso, ma solo quella di controparte».

E benché rivendichi volumi e progetti, ricerche e pubblicazioni come pure tanti «attestati di stima», l’ormai ex candidato a un posto da ricercatore all’Ateneo reggino si mostra del tutto disilluso: «So che non ci sarà possibilità, in questo frangente, qualunque siano gli esiti di questa procedura, di riabilitare l’onta di un discredito sparso con il ventilatore senza distinzioni».

Ampiamente riconosciuti i meriti della Vicari Aversa

In questo senso, dunque, valgono relativamente a poco i continui richiami dei commissari alle statuizioni del giudice amministrativo e in particolare, rispetto alla sentenza del Tar Calabria numero 502 del 2016, all’ingiunzione di «valutare correttamente il curriculum della Vicari e la sua esperienza formativa e di ricerca, senza incorrere nelle omissioni, errori e lacune che avevano inficiato la prima valutazione, come ben esposte nella motivazione della sentenza».

Fermo restando che alla candidata avrà fatto piacere leggere, stavolta, che la sua documentazione «cospicua e approfondita» attesta «un impegno più che congruente con il settore scientifico disciplinare Icar 14», e che da curriculum e titoli emerge «un’attività intensa sia nel campo della ricerca sia nelle frequenti occasioni d’attività didattica», con particolare interesse per l’«attitudine della candidata all’internazionalizzazione, manifestata in scambi e ripetute collaborazioni con Istituzioni spagnole». E che certifica altresì «un’attività di ricerca e pubblicazione di buon livello e un buon rapporto tra qualità e quantità delle pubblicazioni e ritmo temporale con il quale le produce», con particolare attenzione al tema della città mediterranea, attività di ricerca «per la quale ha ottenuto premi e riconoscimenti»; e che in definitiva «delinea una candidata più che matura per lo svolgimento del ruolo di ricercatore universitario».

Così come per la prova progettuale, «l’unica sottoposta a nuovo giudizio», la Commissione esprime un «parere sufficientemente positivo» guardando agli elaborati della candidata, «che dimostra buona padronanza degli strumenti del progetto», come alla «complessità intrinseca del tema assegnato» ai candidati, un contesto archeologico.

Si volta pagina

Il «clima d’ostruzionismo e ritorsione» all’Ateneo di Reggio Calabria nei confronti dell’oggi vicepresidente dell’Ordine degli Architetti di Messina, ampiamente richiamato nelle 1.222 pagine dell’ordinanza firmata il 19 aprile scorso dal giudice per le indagini preliminari Vincenzo Quaranta, sembra – e c’è da sperare realmente sia – dissolto per sempre.

In definitiva, si volta pagina. Quella di Clarastella Vicari Aversa nel ruolo di ricercatrice UniMed, iniziata giusto qualche settimana fa, è ancora tutta da scrivere.