Sono 65 condanne, 19 assoluzioni e 6 prescrizioni totali quelle decise in appello alla fine del processo Nebrodi, la maxi inchiesta sulla mafia dei pascoli nata dalla retata del 2020 che ha svelato gli interessi dei clan di Tortorici nelle truffe all’Agea. Il verdetto della Corte d’appello (presidente Tripodi) è arrivato intorno alle 19 ed è stato pronunciato nell’aula bunker del carcere di Gazzi.
Il dispositivo va analizzato nel dettaglio ma ad una prima lettura pare che le richieste dell’accusa sono state accolte, nel grosso, per gli imputati per i quali era stato sollecitato uno “sconto di pena” e l’applicazione delle prescrizioni, mentre non è stata accolta una delle richieste chiave dell‘appello della Procura. Ovvero ripristinare il reato di mafia per le “nuove famiglie” di Tortorici, scagionate in primo grado. Confermate, invece, tante truffe all’Agea. Molti degli imputati comunque condannati hanno beneficiato di assoluzioni e prescrizioni parziali. Di seguito, il dettaglio della sentenza per tutti i nomi.
8 anni a Pasqualino Agostino Ninone, 3 anni a Giuseppe Armeli, 2 anni ad Giuseppe Armeli Moccia, 3 anni e 4 mesi a Rita Armeli Moccia, 1anno e 3 mesi a Salvatore Armeli Moccia, 11 anni e 8 mesi a Calogero Barbagiovanni, 10 anni a Salvatore Bontempo, 20 anni e mezzo a Sebastiano Bontempo (classe ’72), 2 anni e 8 mesi a Maria Chiara Calabrese ed Antonio Caputo, 2 anni e 3 mesi per Antonino Calì, 1 anno e mezzo a Carolina Coci e Giuseppe Costanzo Zammataro (classe ’50), 13 anni e 8 mesi per Domenico Coci, 1 anno e 8 mesi per Rosaria Coci, Salvatore Antonino Crascì, Barbara Crascì e Denise Conti Mica, 2 anni e 5 mesi a Sebastiano Coci, 17 anni e mezzo a Sebastiano Conti Mica, 1 anno e mezzo per Giusy Conti Pasquarello, 7 anni e mezzo a Francesco Protopapa e Ivan Conti Taguali, 14 anni e mezzo a Giuseppe Costanzo Zammataro (classe ’82), 1 anno e 4 mesi per Valentina Costanzo Zammataro, 6 anni e mezzo per Lucio Attilio Rosario Crascì, 4 anni e 3 mesi per Sebastiano Crascì, 9 anni e 4 mesi per Sebastiano Craxì, 1 anno e 8 mesi per Sara Maria Crimi e Salvatore Antonino Crascì, 2 anni e mezzo per Salvatore Dell’Albani, 4 anni per Santo Destro Mignino, 3 anni e mezzo per Sebastiano Destro Mignino e Davide Faranda, 1 anno e 4 mesi per Maurizio Di Stefano e Santo Galati Massaro 2 anni e 5 mesi per Antonino Faranda, 20 anni per Aurelio Salvatore Faranda, 5 anni e mezzo a Emanuele Antonino Faranda, 4 anni e 2 mesi a Gaetano Faranda, 3 anni e 8 mesi a Gianluca Faranda, 7 anni e 2 mesi per Massimo Giuseppe Faranda, 2 anni (pena sospesa) per Giuseppe Ferrera e Valentina Foti, 2 anni e 4 mesi per Vincenzo Galati Giordano (classe ’58), 19 anni e mezzo per Vincenzo Galati Giordano (’69), 2 anni e 2 mesi per Daniele Galati Pricchia, 3 anni e 1 mesi per Emanuele Galati Sardo, 1 anno e 7 mesi per Pietro Lombardo Facciale, 1 anno e 5 mesi per Francesca Lupica Spagnolo, 1 anno e 10 mesi per Rosaria Maria Lupica Spagnolo, 2 anni a Jessica Mancuso Catarinella, 6 anni e 4 mesi ad Antonino Marino Agostino, 4 anni e 3 mesi a Rosario Marino, 3 anni e 5 mesi a Giuseppe Natoli, 1 anno e mezzo per Elena Pruiti, 1 anno e mezzo per Angelamaria Reale, 1 anno e 2 mesi a Danilo Rizzo Scaccia, 2 anni a Giuseppina Scinardo, 3 anni e 2 mesi a Giuseppe Scinardo Tenghi, 10 mesi ad Angelica Giusy Spasaro, 3 anni e 2 mesi per Antonia Strangio, 2 anni e 3 mesi per Mirko Talamo, 5 anni e 5 mesi per Giovanni Vecchio. Conferma della sentenza di primo grado per: Gino Calcò Labruzzo.
Laura Arcodia, Sebastiano Armeli, Giuseppe Bontempo, Sebastiano Bontempo Scavo, Salvatore Calà Lesina, Giuseppe Carcione, Jessica Coci, Massimo Costantini, Antonina Costanzo Zammataro, Claudia Costanzo Zammataro, Giuseppe Costanzo Zammataro (classe ’85), Marinella Di Marco, Mario Gulino, Alfred Hila, Roberta Linares, Fabio Mancuso Cristoforo, Antonino Paterniti Barbino, Massimo Pirriatore, Carmelino Zingales.
Non doversi procedere per prescrizione per: Alessio Bontempo, Gino Bontempo, Loretta Costanzo Zammataro, Romina Costanzo Zammataro, Katia Crascì, Giuseppe Natale Spasaro.
Confermate le confische delle società sequestrate, mentre sono state ammesse le richieste di risarcimento delle parti civili soltanto per Regione siciliana, il Parco dei Nebrodi, il Comune di Tortorici (che dovranno risarcire soltanto i condannati per i reati di mafia), e l’Agea, che dovrà essere risarcita soltanto dagli imputati condannati per mafia e truffa.
“Quale difensore di Linares Roberta (operatrice di un centro di assistenza agricola) non posso che manifestare grande soddisfazione per l’odierna decisione della corte di appello Dopo anni di calvario giudiziario, una ingiusta custodia cautelare e un ingente sequestro dei beni giustizia e fatta. A Roberta Linares e stata riconosciuta piena innocenza”, commenta l’avvocato Bonaventura Candido.
“Siamo molto soddisfatti per l’attenzione che la Corte di Appello di Messina – in un processo complesso come questo – ha saputo porre sulle posizioni di molti singoli imputati ed in particolare su quella di Massimo Costantini – ex Direttore di Confagricoltura Messina che in accoglimento del nostro appello è stato finalmente assolto da tutti reati ascritti “per non aver commesso il fatto”, dice il difensore, l’avvocato Carlo Faranda.
“Quale difensore di Mancuso Cristoforo Fabio, responsabile del CAA 001 di Catania, non posso che esprimere grande soddisfazione per la corretta lettura delle prove da parte della Corte di Appello di Messina che ha giudicato con attenzione l’appello principale e quello incidentale, decidendo l’assoluzione del mio assistito per non aver commesso il fatto, anche per i capi di imputazione dichiarati prescritti in primo grado”, dice l’avvocato Gianluca Curró.
Leggi qui: il dettaglio delle condanne di primo grado