cronaca

Operazione Nebrodi, in autunno la sentenza sulla mafia dei pascoli?

MESSINA – Ultime “schermaglie” tra Accusa e difese al processo Nebrodi. Alla sbarra circa cento imputati accusati di complicità, a vari livelli, con i vecchi e nuovi boss del clan di Tortorici impegnati con le truffe coi terreni per il pascolo e il traffico di droga. Il dibattimento si è chiuso tre udienze fa e, dopo aver lasciato la parola ai Pubblici Ministeri per le loro richieste finali, ieri mattina, in un’aula bunker del carcere di Gazzi caldissima, il presidente della Corte Scavuzzo ha dato la parola ai difensori.

I difensori: “Importante sentire qui testimoni”

Anche loro hanno delle ultime richieste, in particolare vorrebbero sentire alcuni testimoni, per approfondire alcune vicende specifiche che riguardano i loro assistiti. Richieste che i giudici hanno ammesso. La Corte ha anche affidato alcune perizie, in particolare quella relativa all’acquisizione di una serie di conversazioni telefoniche che riguardano il ruolo di Barbagiovanni nel traffico di droga. Il perito ha giurato ieri mattina e si è riservato 15 giorni per trascriverle e consegnarle.

Si torna in aula il 24 giugno prossimo, quindi, per questo primo adempimento. Poi, se non ci saranno ulteriori slittamenti per altre questioni, il mese di luglio “servirà” per dare la parola all’Accusa, che formulerà la propria requisitoria e chiederà le pene per ogni imputato, e ai legali delle parti civili, a cominciare dalle sigle antiracket che si sono costituite. La previsione è quindi che per ascoltare i difensori saranno fissate altre udienze da settembre, dopo la pausa estiva, e in autunno la Corte potrà andare in camera di consiglio per uscirne col verdetto.

I numeri del processo

La “carne al fuoco” da esaminare per i giudici è tanta: le accuse mosse ai singoli imputati, che sono appunto un centinaio, gli elementi venuti fuori nelle tante udienze di due anni di processo, le sentenze nel frattempo definite negli altri processi collegati. Una parte degli imputati iniziali, per esempio i boss con precedenti, hanno preferito definire la loro posizione in abbreviato, e 8 condanne sono state definite in appello a maggio scorso, ora attendono il vaglio della Cassazione.

Adesso sono da giudicare altri “pezzi da 90” del clan, i complici nel traffico di droga, tanti stretti familiari dei boss accusati di averli aiutati a dragare i fondi Agea per sviluppo agricolo e allevamento con truffe sui terreni e diversi professionisti, tra i quali responsabili e addetti dei Caf che secondo l’Accusa sarebbero stati consapevoli e avrebbero agevolato le truffe.

Il Comune di Tortorici ancora commissariato per mafia

La maxi retata, scattata a gennaio 2020, portò alla scioglimento del comune di Tortorici per infiltrazioni mafiose. Ad oggi la Commissione prefettizia è ancora a lavoro e il comune non ha organi politici di vertice al Municipio.