Dopo le tensioni delle prime ore dovute all’affollamento dell’aula bunker ed il rischio contagio coronavirus, l’udienza preliminare dell‘operazione Nebrodi sulla mafia dei pascoli è entrata ieri nel vivo. Ad occuparsene è il giudice per l’udienza preliminare Simona Finocchiaro, che esaminerà la posizione di 135 indagati. Tra loro, anche i tre neo pentiti dei clan dell’area di Tortorici, Carmelo Barbagiovanni, Salvatore Costanzo Zammataro e Giuseppe Marino Gammazza.
L’udienza di ieri è servita a stilare il calendario degli interventi: se verrà rispettato, la decisione finale del Gup Finocchiaro dovrebbe arrivare entro Natale. Aperte poi le questioni preliminari e le richieste di costituzione di parte civile, che il giudice approfondirà e deciderà il prossimo 18 novembre.
L’Accusa parlerà il 25 novembre. I magistrati che hanno condotto le indagini, titolari del fascicolo, ripercorreranno le loro conclusioni e ribadiranno la richiesta di rinvio a giudizio formulata a suo tempo per tutti. Per i PM, i protagonisti della mafia dei pascoli, delle truffe alla Comunità Europea attraverso le pratiche agricole, le nuove leve dei clan dei Nebrodi e i loro fiancheggiatori vanno processati.
Ad occuparsi degli accertamenti condotti dai Carabinieri e dalla Guardia di Finanza sono stati il procuratore aggiunto Vito Di Giorgio, il sostituto della DDA Fabrizio Monaco e i colleghi Antonio Carchietti e Francesco Massara. Del pool di magistrati faceva parte anche Angelo Cavallo, oggi procuratore capo di Patti.
E sarà un altro, nuovo, maxi processo. Ieri infatti soltanto una ventina di persone complessivamente hanno scelto di patteggiare o definire la loro posizione col processo abbreviato – tra loro i pentiti, mentre per altre 5 circa è stata dichiarata la nullità della notifica, col risultato che per loro il fascicolo al momento torna in Procura. In vista, quindi, c’è un lungo processo per almeno un centinaio di persone.