C’è la famiglia Di Dio di Capizzi al centro dell’inchiesta Terre Emerse, scattata ieri tra le province di Caltanissetta e Messina, dove la Guardia di Finanza ha arrestato 11 persone, denunciandone altre 22. L’inchiesta è stata battezzata Terre Emerse ed è una prosecuzione dell’inchiesta Nibelunghi, scattata nella stessa zona, la dorsale tra i Nebrodi e le Madonie, nel gennaio del 2018.
I Di Dio, saldamente legati al loro centro nebroideo di origine, da tempo sono stanziati con gli allevamenti e i terreni anche in alcune zone dell’ennese. Secondo la Procura fanno parte della rete di soggetti che attraverso un sistema di intestazione fittizia di terreni permetteva di aggirare i controlli antimafia nel settore dei contributi agricoli comunitari.
L’accusa per loro è di concorso esterno in associazione mafiosa con riferimento ai rapporti con numerosi esponenti mafiosi, tra cui quelli con i fratelli Virga, inseriti nel mandamento di San Mauro Castelverde. Ovvero ancora oggi il principale mandamento siciliano, quello che ha l’ultima parola in fatto di cose mafiose su almeno tre province.
Recentemente i Carabinieri hanno intercettato un esponente mafioso dei capizzoti come delegato ad un importantissimo summit tra boss di diverse province siciliane. Un summit che secondo gli investigatori era strategico per la riorganizzazione generale degli affari sia a Palermo che a Catania.
All’ordine del giorno dell’incontro, secondo gli investigatori, c’era anche la messa a posto di un lavoro che una impresa di Giardini Naxos sta conducendo nella zona di Palermo.
Gli indagati utilizzavano aziende agricole intestate a loro o a stretti familiari e simulavano compravendite e affitti di terreni che in realtà erano riconducibili a soggetti mafiosi, aiutandoli così ad evitare sequestri e altri provvedimenti.
In carcere sono andati Antonio Di Dio (classe 1987), Domenico Di Dio (’59), Giovanni Giacomo Di Dio (’94, al quale sono stati nel frattempo concessi i domiciliari per motivi di salute), Giacomo Di Dio (‘84), Giuseppe Sivillo Fascetto (‘78), Caterina Primo (‘58);
– arresti domiciliari per Salvatore Dongarrà (‘62), Carmela Salerno (‘71); Rodolfo Virga (‘61), Ettore Virga (‘93), Domenico Virga (‘63).
Tra gli indagati a piede libero ci sono altri nomi noti di Capizzi, già coinvolti in precedenti operazioni anti mafia come l’inchiesta Montagna.
“Ancora conferme sul business milionario rinveniente dai Fondi Europei in mano alle famiglie mafiose. Questa operazione della Direzione Distrettuale Antimafia di Caltanissetta e della Guardia di Finanza ha dimostrato ancora una volta l’importanza del tema”, ha commentato Giuseppe Antoci, ex presidente del Parco dei Nebrodi e presidente onorario della Fondazione nazionale “Caponnetto” –
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