Una vera e propria impresa della droga, con guadagni di migliaia e migliaia di euro, che aveva il suo epicentro nel Rione di Mangialupi, organizzata in maniera tale da riuscire a gestire il traffico di fiumi di cocaina, eroina, hashish e marijuana provenienti dalla Locride calabrese e poi distribuiti in maniera capillare su tutto il territorio di Messina e provincia. Un’organizzazione che disponeva di un quartier generale operativo h24 in un noto bar della zona sud e che poteva vantare, al suo interno, una struttura verticistica minuziosa, fatta di ruoli e compiti ben stabili, dal capo assoluto al braccio destro, dai degustatori di droga ai pusher di fiducia, dai collettori di denaro agli insospettabili custodi delle sostanze spacciate.
E’ una vera e propria stangata all’attività di spaccio di tutta Messina, ma ancor di più ai vertici del Clan di Mangialupi, quella messa a segno questa mattina nella maxi Operazione Vicolo Cieco. Ventotto le persone arrestate dagli agenti della Squadra Mobile di Messina, tra cui spicca il nome di Alfredo Trovato, ultimo dei fratelli Trovato ancora a piede libero. Finiscono direttamente in carcere: Alfredo Trovato, messinese di 49 anni, Giuseppe Arena detto Teppe, messinese di 38 anni (attualmente detenuto a Gazzi), Antonino Aricò, messinese di 43 anni, Angelo Aspri detto U Puffu, messinese di 31 anni, Maria Baluce detta “Marisa”, messinese di 37 anni, Luciano Bartone, messinese di 43 anni, Giovanni Capria detto “u scuddino”, messinese di 25 anni, Antonino Casablanca detto “topolino”, messinese di 38 anni, Nunzio Corridore detto “ciuccia”, messinese di 37 anni, Giovambattista Cuscinà detto “u cocculu”, messinese di 35 anni, Salvatore De Luca, pattese di 27 anni, Pasquale Erba, messinese di 47 anni, Salvatore Furnari detto “cirino”, messinese di 51 anni, Salvatore Gangemi, messinese di 53 anni, Achille Misiti, milanese di 34 anni, Antonino Muscarà, messinese di 44 anni, Daniele Ragusa, messinese di 33 anni, Basilio Schepis, milazzese di 53 anni, Felice Schepis, messinese di 38 anni, Santino Emanuel Schepis, messinese di 25 anni, Francesco Tamburella, messinese di 31 anni. Vanno ai domiciliari Giovanni Assenzio, messinese di 49 anni, Giuseppe Triolo, messinese di 34 anni, Alessandro Catalano, messinese di 22 anni, Salvatore De Luca, milanese di 36 anni, Francesca Paratore, messinese di 34 anni.
Le indagini presero avvio nel dicembre del 2010 quando gli agenti della Squadra Mobile, coordinati dai Pm della DDA Giuseppe Verzera e Camillo Falvo, riuscirono a individuare una più piccola e nuova organizzazione dedita al traffico di droga che ruotava attorno alla famiglia Schepis, la cui base operativa era nella loro stessa falegnameria. In quell’occasione, i poliziotti riuscirono ad inviduare e denunciare ben 64 persone legate a questo piccolo nucleo. A partire da questo, gli inquirenti riuscirono così ad inserirsi in un filone ben più ampio che li condusse, nel giro di poco, a scoprire il vero centro e la ben più ampia organizzazione tenuta in piedi da Alfredo Trovato, unico ed indiscusso capo dell’associazione sgominata stamani.
Alfredo Trovato aveva messo in piedi una struttura organizzatissima ed efficiente, una vera e propria “holding” in grado di far fruttare soldi a palate ed in grado di gestire chili e chili di droga su Messina e provincia. Il gruppo agiva con enorme scaltrezza, affinché nulla potesse mai trapelare all’esterno: comunicazioni telefoniche brevi e criptate, luoghi di volta in volta diversi dove iniziare e concludere trattative, schede telefoniche “pulite” e macchine per il trasporto di droga sempre riconducibili ad insospettabili ed incensurati.
Avevano anche un quartier generale ultranoto, un bar attivo ed operativo notte e giorno, h24, dove chiunque avesse necessità poteva rivolgersi a qualsiasi orario per trovare pusher e droga. Ed è stato proprio accanto a questo bar, in un “vicolo cieco” (da qui il nome dell’operazione) che gli agenti sono riusciti a piazzare cimici e microspie registrando ore ed ore di conversazioni. In quella viuzza, infatti, gli affiliati parlavano degli affari, si confidavano, ignari che ogni loro frase fosse captata e registrata. Più di un anno di intercettazioni ambientali e telefoniche che ha condotto i poliziotti a delineare in maniere inequivocabile la struttura familistica e piramidale dell’intera associazione.
Al vertice, capo indiscusso, vi era Alfredo Trovato, colui che pianificava tutte le strategie, contattava i fornitori, provvedeva alla gestione ed alla distribuzione della droga, nonché all’esazione dei soldi maturati. Accanto a lui, come braccio destro, vi era Giuseppe Arena. A seguire, Salvatore Gangemi, collettore del denaro, colui che provvedeva a ad effettuare le consegne ed a custodire la droga spostandola di volta in volta. Vi erano anche gli insospettabili che mettevano a disposizione la loro abitazione per tenere la sostanza stupefacente nonché tutto il materiale per il confezionamento, e questi erano Maria Baluce e Luciano Bartone. Era un’associazione talmente organizzata che prevedeva, al suo interno, anche i “degustatori della droga”, ossia coloro che avevano un lungo passato da tossicodipendenti e che, quindi, potevano dare un giudizio esatto sulla bontà della sostanza. Trovato, infatti, provvedeva affinché la sua droga avesse sempre degli standard altissimi. Tra i “degustatori”, un ruolo-chiave era giocato da Antonino Casablanca. Infine vi erano i vari e fidati pusher, tra cui Giovanni Capria, Nunzio Corridore, Giovambattista Cuscinà, Francesco De Domenico, Pasquale Erba, Antonio Muscarà, Daniele Ragusa, Salvatore De Luca ed Antonino Aricò.
A dare altro impulso alle indagini fu anche la cattura di Franco Trovato, fratello di Alfredo, che nel 2011 si era dato latitante nel corso dell’operazione Ruota Libera. In quella stessa occasione, i poliziotti riuscirono a stanare anche Mario Rizzo, accusato di favoreggiamento personale, a cui fu anche sequestrata una somma di più di 2mila euro, probabilmente utilizzata per favorire la latitanza di Trovato.
Ingenti anche i quantitativi di droga sequestrati nel corso delle indagini, nonché le somme di denaro altissime. Il traffico di affari gestito dall’organizzazione, infatti, era elevatissimo. Solo nel corso delle perquisizioni effettuate stamattina, i poliziotti hanno sequestrato a Trovato ben 71mila euro, mentre altri 48mila erano già stati sequestrati ad Arena. Allo stesso modo, sono stati ritrovati circa 600 grammi tra cocaina, eroina e marijuana. (Veronica Crocitti)