Udc “rompe” con la giunta, CMdB difende la mobilità tra le partecipate

L’Udc prende le distanze dall’amministrazione comunale. A scatenare la reazione del gruppo consiliare i recenti provvedimenti che l’esecutivo di Palazzo Zanca sta mettendo in campo sul fronte occupazionale. Mario Rizzo, Franco Mondello, Mariella Perrone, Libero Gioveni, Andrea Consolo e Carmelina David spiegano di aver appreso dalla stampa che sono in corso alcuni iter amministrativi relativi al personale, riferendosi naturalmente alla stabilizzazione dei contrattisti comunali e alla mobilità tra le partecipate tanto discussa in queste ultime ore. Il gruppo politico, fino ad oggi abbastanza disponibile nei confronti dell’amministrazione soprattutto sulle delicate e importante tematiche finanziarie, avvisa che non ha partecipato, né parteciperà, a tavoli politici a posteriori di decisioni già assunte e di cui l’Amministrazione ne assume la piena ed esclusiva responsabilità nei confronti della città.

“Con tale atto in maniera unilaterale l’Amministrazione Accorinti ed il Direttore Generale hanno eliminato un sistema di raccordo istituzionale con il Consiglio Comunale, che nel nuovo sistema delle fonti dopo la riforma del titolo V ha posto in primo piano la questione del potere normativo e statutario dei Comuni, preordinando specificatamente alla disciplina dell’organizzazione e dello svolgimento delle funzioni attribuite a ciascun Ente Locale. Siamo certi che la crescente complessità attribuita al ruolo amministrativo e gestionale del Comune di Messina e la diminuzione delle risorse disponibili richiedono specifici interventi di ammodernamento per far crescere in modo significativo la produttività dell’apparato amministrativo strumentale per affrontare problemi di funzionalità gestionali (vedi tributi, patrimonio, politiche territoriali, sociali ecc.)” scrivono i consiglieri che contestano la mancanza di azioni amministrative in tema di sviluppo economico ed opportunità di lavoro, la totale assenza di progettualità per il rilancio del territorio, vedi Zona Falcata, aree ex Zir e Zis, area ex fieristica e relativo mancato confronto con Autorità Portuale e Regione, proposto proprio dall’Udc e votato dal Consiglio Comunale, per la realizzazione di un Polo Multifunzionale di sviluppo.

“Riteniamo che, in una città che giornalmente vede andar via tanti giovani in cerca di valide ed opportune occasioni professionali di lavoro, con il concreto rischio che fra qualche anno la maggior parte dei nostri concittadini saranno soltanto studenti e pensionati, non sia più rinviabile una efficace azione amministrativa di ampio respiro. Di contro, purtroppo, evidenziamo come si sia sprecato quasi un anno per iniziative che hanno poco a vedere in tema di sviluppo economico, ad esempio l'isola pedonale, che in maniera piuttosto prevedibile hanno creato soltanto inevitabili divisioni senza quella concertazione utile e costruttiva tra parti sociali, commercianti, imprenditori e semplici cittadini, sottraendo non poche energie politiche ed amministrative”.

L’Udc è pronta a fare opposizione su tutti i fronti se non ci saranno adeguati percorsi politici a sostegno di un rinnovamento ed adeguamento delle necessità progettuali della città.

Dal gruppo Cambiamo Messina dal Basso arriva invece il plauso per la decisione della giunta Accorinti di procedere con la delibera che avvia la mobilità tra le partecipate e che darà sistemazione a 81 lavoratori tra Ato3, Feluca ed ex Agrinova. “Il lavoro è un bene da preservare sempre, tanto più in questo caso, dato che senza oneri aggiuntivi l’amministrazione è in condizione di coprire servizi altrimenti scoperti, fruendo di professionalità già in parte formate” scrive CMdB, fiducioso nell’iter messo in campo dall’amministrazione. Il movimento sente l’esigenza di far chiarezza e prova anche a spiegare in cosa consiste la mobilità prevista dal provvedimento: “I trasferimenti del personale verso aziende che attualmente presentano lavoratori in esubero non sono indiscriminati, e quindi sensibili di critica, ma circoscritti alle aree di competenza e volti a limitare l’esternalizzazione dei servizi. Così ad esempio, come sottolineato in delibera, i dipendenti della Feluca S.p.A. che secondo quanto si evince dal Piano di Riequilibrio Pluriennale sono stati adibiti in via sperimentale al servizio di gestione ed efficientizzazione delle banche dati dell’Ufficio Tributi e delle Politiche della Casa, hanno comportato l’ottenimento di “risultati molto rilevanti e significativi conseguiti in termini di maggiore accentramento tributario quantificato in circa 2 milioni di euro. Si tratta di un provvedimento che coniuga un processo di ottimizzazione dei servizi verso cui è volta dal primo momento la politica messa in atto dall’attuale amministrazione, ai diritti dei tanti lavoratori precarizzati da passate e presenti scellerate scelte politiche dei governi nazionali, che verranno adesso valutati in base a requisiti oggettivi, in vista di una ricollocazione consona”. Per Cambiamo Messina dal Basso dunque un’operazione che farà risparmiare, renderà servizi più efficienti e chiuderà i conti con il precariato. E proprio ai lavoratori si rivolge l’ultima riflessione del movimento: “Non è certo colpa dei precari o della loro stabilizzazione, se in questo paese vi è una disoccupazione crescente e si allarga sempre più il divario tra una èlite di privilegiati sempre più ricchi e una massa di diseredati sempre più poveri, condizione nella quale vanno precipitando anche i ceti medi”.