In poco più di 24 ore il sindaco Cateno De Luca ha smentito sé stesso dapprima annunciando, a chiusura del Consiglio Comunale sul “Salva Messina”, e poi “ritirando”, con un post su Facebook, le dimissioni da deputato regionale (vedi qui e qui).
Come ha espressamente scritto sulla sua pagina Facebook, De Luca ha deciso di mantenere la doppia carica di sindaco e parlamentare regionale, per la quale la legge prevede l’incompatibilità, fino a fine novembre. E a ben riflettere non è un caso che il primo cittadino abbia scelto questa data. Entro il 23 novembre, infatti, dovrà essere rimodulato il piano di riequilibrio ed in Consiglio comunale dovranno arrivare le famose 500 delibere del pacchetto “Salva Messina”.
Lunedì sera, De Luca aveva dichiarato di aver ricevuto un segnale forte da parte del Consiglio comunale e sulla scorta della votazione da parte di un’ampia maggioranza dell’ordine del giorno (20 sì, 6 no e 2 astenuti) aveva annunciato il ritiro delle dimissioni da primo cittadino, realmente firmate, e poi anche le dimissioni dall’Ars. Ma, come si sa, la notte porta consiglio e De Luca ha successivamente deciso di fare un clamoroso passo indietro, con una motivazione sicuramente “romantica” (la necessità di Lo Giudice di stare accanto al figlio appena nato) ma molto debole politicamente.
Probabilmente, dormendoci su , De Luca si è reso conto che il via libera al “Salva Messina,” – atto, come detto più volte, privo di qualsiasi efficacia – è certamente un’apertura politicamente significativa da parte del Consiglio comunale, ma non dà alcuna garanzia né certezza sulla votazione delle singole delibere che arriveranno in aula nelle prossime settimane. Del resto, anche i consiglieri che hanno votato favorevolmente hanno già messo le mani avanti e hanno chiarito che valuteranno le singole delibere, entrando nel merito di ciascuna di esse e decidendo caso per caso.
Dalla seduta di lunedì il sindaco è sicuramente uscito vincitore, ma comunque consapevole – contrariamente a quanto sostengono alcuni oggi – di non avere una maggioranza stabile e di dover sudare per ogni solo singolo provvedimento del pacchetto “Salva Messina” che approderà in Consiglio comunale.
In tale condizione di incertezza politica e amministrativa, De Luca ha dunque deciso di restare all’Ars, di fatto mantenendo la possibilità di brandire ancora l’arma della dimissioni nei confronti del Consiglio comunale nel caso in cui il percorso amministrativo tracciato, al momento solo teoricamente e non concretamente, dal “Salva Messina” dovesse incontrare ostacoli. E se le dimissioni da sindaco dovessero poi diventare effettive potrebbe a quel punto usare il paracadute e tornare nella comoda e ben pagata poltrona all’Ars (di cui ancora oggi incassa l’indennità, pur svolgendo prevalentemente il ruolo di sindaco di Messina).
La scelta di De Luca non solo è illegittima, visto che la legge vieta il doppio incarico, ma a nostro avviso scorretta politicamente, perché mira a svilire il ruolo del Consiglio comunale, e irrispettosa nei confronti della città, ormai stanca di questi giochetti.
Quando durante la campagna elettorale De Luca invitava i cittadini a fare voto disgiunto sapeva esattamente quali sarebbero state le conseguenze di non avere consiglieri in Aula. Oggi lui è il sindaco e deve assumersi non solo la responsabilità delle scelte che intende adottare ma anche il rischio di vedere bocciati i provvedimenti della sua giunta. Non è brandendo continuamente l’arma delle dimissioni, allo scopo di imporre la propria linea, che si "salverà" Messina.
Danila La Torre