Prima era stato il consigliere Giuseppe Santalco, poi l’Ordine degli Ingegneri (VEDI QUI e QUI). La contestazione riguardava il bando per l’incarico di consulenza specialistica per la redazione del nuovo Piano regolatore generale, affidato al prof. Carlo Gasparrini.
In entrambi i casi, il dirigente del Dipartimento Politiche del Territorio, Vincenzo Schiera, aveva risposto che la procedura era regolare e ne aveva spiegato i motivi. Adesso, al di fuori delle motivazioni tecnico-giuridiche, Schiera vuole aggiungere alcune considerazioni e precisazioni personali.
“L'equivoco di fondo in cui si incorre nell'analizzare questa vicenda – afferma il dirigente – è l'attribuire alla nomina del prof. Gasparrini un ruolo diverso da quello che in effetti viene affidato con la gara che si contesta. Infatti il professionista è solamente un consulente del Prg, magari se proprio si vuole ‘il’ consulente, ma non il progettista del nuovo Piano Regolatore, identica cosa vale per le sue funzioni contrattuali rispetto agli atti che stanno a corollario dello strumento urbanistico (Vas così come Rapporto Ambientale, Studio Agronomico Forestale, Studio Geologico ecc…). La progettazione del Prg, così come la Variante di Salvaguardia, è affidata interamente al Dipartimento Politiche del Territorio e specificatamente all'Ufficio Piano, tutto composto da personale dipendente del Comune. Ufficio Piano e Dipartimento che attendono comunque dall'Amministrazione, nonostante numerosi quanto inascoltati appelli, adeguate contromisure e soluzioni per una riorganizzazione necessaria ed indispensabile per affrontare un Prg come quello che si può attendere una grande città metropolitana. Questa non è la città di Bologna, Urbino, Perugia oppure Livorno che partono da un corretto Prg e che adesso vuole provvedere alla sua variante o al suo aggiornamento. Questa è la città del Piano "senza nome" e dei 750 emendamenti votati nella notte del 6 aprile 1998, modalità e stile che ricordano il ‘Sacco di Palermo’. Senza il contributo degli Ordini Professionali e della città civile e soprattutto un efficiente e valido gruppo di lavoro non si andrà da nessuna parte. In questo senso l'Amministrazione ha ritenuto opportuno farsi assistere da un consulente di rilievo nazionale nel campo della pianificazione”.
Schiera vuole precisare che “la prima procedura o manifestazione d'interesse, che poteva non esservi in quanto non obbligatoria, serviva al Dipartimento e all'Ente semplicemente per:
1- verificare se vi fossero urbanisti di livello nazionale disposti a svolgere il ruolo squisitamente di consulenza del nuovo Prg di questa città;
2- lasciare libera la partecipazione a chiunque ritenesse di possedere i requisiti, anziché procedere mediante gara chiusa riservata ad un minimo di cinque professionisti scelti dall'Amministrazione a suo insindacabile giudizio;
3- selezionare le proposte di partecipazione e ridurne il numero includendo soltanto coloro che avessero attestato di possedere una esperienza urbanistica significativa.
Proprio per tali ragioni, l'arch. Carlo Gasparrini, trattandosi di uno dei più noti urbanisti italiani, è stato ammesso alla preselezione e lo sarebbe stato anche se avesse chiesto di partecipare da solo senza collaboratori, così come sono stati ammessi, in forma singola alla gara, altri urbanisti dotati di un curriculum molto meno prestigioso del suo. Tale procedura dunque non era una gara, non creava alcuna graduatoria e come detto era finalizzato ad individuare un certo numero di professionisti disponibili e di alto profilo da poter invitare ad una vera e propria gara che è poi stata espletata dall'Urega e che ha avuto l'esito che si contesta”.
Il dirigente fa presente, inoltre, “che tutto ciò avviene in un momento storico e in un contesto urbanistico particolarmente delicato e fragile:
• Prg con vincoli scaduti e non dotato di Vas – con ciò che tutto questo può determinare e in parte ha già determinato in termini di pregiudizio per l'ambiente, disordine edilizio ed urbanistico.
• Ricadute economiche sulla città e per lo stesso Comune di Messina che va incontro a contenziosi, insediamento di commissari ad acta, risarcimenti e zone bianche del PRG da riclassificare con indici edilizi e nuovo cemento.
Contesto urbanistico, dunque, insidioso, torbido e ingovernabile (che a qualcuno potrebbe convenire lasciare bloccato) che troverebbe viceversa trasparenza, nuovo respiro, dinamismo e programmazione in una semplice quanto attuale pianificazione sostenibile tutta rivolta allo riqualificazione urbana e territoriale”.
Schiera ricorda che proprio l’Ordine degli Ingegneri, nel documento/contributo "Messina e il nuovo Prg" del 18 febbraio 2014, tra le altre cose scriveva: "Le forzature sulle espansioni collinari e gli eccessi di trasformazione delle aree, soprattutto in territori idrogeologicamente ad alto rischio, sono anche frutto della manipolazione che lo strumento urbanistico ha subito in Consiglio Comunale (circa 750 emendamenti) al momento della sua adozione. L'alto numero degli emendamenti tra di loro scollegati e privi, di una logica urbanistica d'insieme, hanno probabilmente, finito per stravolgere la previsione originaria del piano, con gli effetti distorsivi da più parte denunciati: Oggi il piano necessita di urgenti correzioni a causa di una pianificazione dai risultati devastanti, connotati solo da una cementificazione propensa a realizzare edifici e poco attenta a prevedere strade, reti fognanti, acquedotti, parcheggi e zone a verde”.
Per questo, secondo il dirigente, “occorre che la città in tutte le sue componenti sociali cerchi di promuovere ogni iniziativa utile per velocizzare e sbloccare le fasi di pianificazione urbanistica, che dovranno essere tutte orientate a ridisegnare una città maltrattata per troppi anni (lontananza dal suo mare, distruzione del suo verde, abbandono dei suoi villaggi …) che pertanto non può permettersi alcun minuto di ritardo”.