“Leggiamo con stupore che il soprintendente Gianfranco Scoglio discute attraverso i social della vertenza per la stabilizzazione dei musicisti dell’orchestra del Teatro Vittorio Emanuele di Messina senza procedere ad alcuna convocazione dei rappresentanti dei lavoratori”. A puntare il dito contro i vertici del Teatro Vittorio Emanuele la sindacalista Clara Crocè, che agisce in rappresentanza degli orchestrali e accusa Scoglio di alimentare sui social la guerra tra i lavoratori quando afferma che “il teatro non può assumere nessuno. A meno che qualcuno non pensi di licenziare o dichiarare l’esubero di 35 degli attuali dipendenti”.
“Invece di mettere in atto azioni concrete per il teatro, per i dipendenti e per tutte le maestranze -commenta la Crocè- il soprintendente passa il proprio tempo a criticare in modo improprio le azioni di stabilizzazione compiute da altri. Piuttosto che praticare la solita politica spiccia Scoglio, che, ricordiamo, in atto rappresenta un’istituzione pubblica, farebbe bene a convocare il tavolo tecnico con i rappresentanti dei lavoratori, come peraltro più volte richiesto dall’assessore regionale Sandro Pappalardo.
Dichiarazioni rese sempre sui social quali: ”l’ente non può permettersi di produrre più di un’opera l’anno e due, tre concerti sinfonici per un totale di 40 giorni lavorativi”, non possono essere degne del ruolo che riveste.
Lanciamo un monito -conclude Clara Crocè. Piuttosto che occuparsi di servizi sociali o di Real Cittadella, il soprintendete farebbe bene a occuparsi delle problematiche del Teatro Vittorio Emanuele. Fino a oggi non abbiamo visto nulla, neanche piani da paura e non vorremmo che continuando di questo passo, in mano a Scoglio il teatro Vittorio Emanuele diventi il “Teatro Social Card di Messina”.