“Potremmo essere tra i primi Comuni a farci trovare già pronti con un Registro non appena sarà votata in Parlamento la legge sul testamento biologico e così facendo fornire un servizio alla cittadinanza e dare modo a chi lo volesse di rendere dichiarazione anticipata di trattamento”. Così i consiglieri comunali Nino Interdonato (Sicilia Futura) e Nicola Crisafi (Area Popolare) nel corso della conferenza stampa di stamane a Palazzo Zanca per illustrare l’ordine del giorno sull’attualissima problematica del testamento biologico.
Dopo anni di stasi il caso del Dj Fabo (che comunque riguarda l’eutanasia, scelta ben diversa ed infatti neanche inserita tra gli articoli del ddl) ha riacceso il dibattito sul fine vita, finito nel cassetto dopo la morte di Eluana Englaro.
Nei giorni scorsi la Commissione Affari istituzionali della Camera ha esitato il testo definitivo del ddl che finirà all’attenzione dell’Aula il 13 marzo. La proposta, piuttosto snella, con 6 articoli, potrebbe diventare legge quanto prima anche perché c’è un accordo trasversale tra i partiti. Da qui la proposta congiunta di Interdonato e Crisafi di istituire un Registro di raccolta dei testamenti biologici che possa, non appena varata la norma, essere direttamente collegato con il Ministero.
“Le leggi sul fine vita, che consentono ad ogni individuo di esprimere in modo anticipato le proprie volontà in merito al trattamento sanitario quando non sarà più in condizione di esprimerle a causa di patologie irreversibili- spiega Crisafi- esistono negli Stati Uniti sin dal ’91 e così anche in numerosi Paesi europei. Il 13 marzo anche il Parlamento finalmente voterà questa legge, noi pensiamo che Messina possa quindi farsi trovare pronta ed essere tra i Comuni in grado di mettere a disposizione dei cittadini subito il Registro”.
I due ex presidenti del Consiglio comunale hanno già portato avanti con successo, di concerto con l’assessore Santisi un’altra battaglia, ovvero l’indicazione della volontà di donare gli organi direttamente sulla carta d’identità (“Una scelta in Comune”). Adesso sono pronti a continuare nello stesso percorso.
“C’è un vuoto normativo che noi vogliamo affrontare in modo asettico- ha aggiunto Nino Interdonato- Stiamo parlando di un servizio che può essere messo a disposizione dei cittadini. In molte realtà, in assenza appunto di leggi, c’è chi sta depositando le dichiarazioni anticipate di trattamento sanitario di fine vita davanti ad un notaio, pagando la prestazione professionale. Invece questo è un servizio e così come abbiamo fatto per la donazione degli organi, adesso proponiamo il Registro per la raccolta dei testamenti biologici. Abbiamo già parlato con l’assessore Santisi che ha espresso il suo favore e non ho dubbi che anche la dirigente del Dipartimento, Lina Pollicino, che ci ha supportati con competenza per la donazione degli organi, avrebbe sposato anche questa battaglia. Purtroppo non è più con noi, è deceduta nei mesi scorsi, ma non ho dubbi che sarebbe stata al nostro fianco”.
Interdonato ricorda poi come proprio per poter indicare sulla carta d’identità la volontà di donare gli organi, il Comune ha acquistato per 80 euro un software consente un collegamento immediato con il centro raccolta. Il sistema potrebbe quindi essere utilizzato anche per il Registro sul fine vita che fungerebbe appunto da data base.
Molti Comuni hanno da tempo istituito Registri che però, in assenza di legge, hanno funzione meramente consultiva. Palermo, Reggio Calabria e Ragusa sono solo tra quanti hanno già “bruciato le tappe”.
Messina quindi potrebbe essere tra i pionieri mettendo a disposizione dei soli residenti questa possibilità.
L’ordine del giorno è stato firmato anche da Pietro Iannello, Nino Carreri, Daniele Zuccarello, Simona Contestabile, Angelo Burrascano, Pietro Sorrenti, Rita La Paglia, Elvira Amata.
“Con l’espressione “testamento biologico” (detto anche: testamento di vita, dichiarazione anticipata di trattamento) si fa riferimento alla manifestazione di volontà di una persona, dichiarazione fornita in condizioni di lucidità mentale, in merito alle terapie che intende o non intende accettare nell’eventualità in cui dovesse trovarsi nella condizione d’incapacità di esprimere il proprio diritto di acconsentire alle cure proposte (consenso informato) per malattie o lesioni traumatiche cerebrali irreversibili o invalidanti, malattie che costringano a trattamenti permanenti con macchine o sistemi artificiali che impediscono una normale vita di relazione. La persona che lo redige nomina un fiduciario per le cure sanitarie che diviene, nel caso in cui la persona diventi incapace, il soggetto chiamato ad intervenire sulle decisioni riguardanti i trattamenti sanitari stessi. In Italia l’art. 32 della Costituzione stabilisce che “nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge” e che la legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”. Questa norma Costituzionale configura per tutti i cittadini quello che i giuristi definiscono “un diritto perfetto”, che cioè non ha bisogno di leggi applicative per essere esercitato. Parimenti l’art. 13 della Costituzione afferma che “la libertà personale è inviolabile”, rafforzando il riconoscimento alla libertà ed indipendenza dell’individuo nelle scelte personali che lo riguardano. Tuttavia,il problema si pone – come dimostrato dalla drammatica vicenda di Eluana Englaro – nei casi in cui per diverse ragioni il malato perda la capacità di esprimere la propria volontà di rifiutare determinate terapie”.
L’ordine del giorno fa poi riferimento a tutte le norme di riferimento sia a livello amministrativo che di decisioni del Comitato Bioetico e conclude impegnando il sindaco a: istruire presso il Comune apposito registro per accogliere,
autenticare e conservare le dichiarazioni dei cittadini in ordine alle proprie “direttive
anticipate” o “testamento Biologico”secondo il modello diffuso dalla fondazione Veronesi”
Rosaria Brancato