Il comico Chris Rock ha condotto la serata che tutti aspettavamo: la premiazione degli Oscar 2016. Tappeto rosso, stelle, abiti firmati e flash, “We all dream in gold”, tutti noi sogniamo un Oscar dorato e una stella sulla Walk of fame di Los Angeles.
Il Miglior film, nonché Miglior sceneggiatura originale, è “Il caso Spotlight” di Tom McCarthy: in questo caso ha vinto il tema trattato, ovvero lo scandalo della pedofilia nella Chiesa, e non la bellezza del film in sé, almeno a mio personale parere. “Revenant” con ben 12 nomination ha ricevuto la Miglior regia per Alejandro Inarritu, Miglior attore protagonista per Leonardo DiCaprio, non più solo damigella alla cerimonia, e Miglior fotografia per Emmanuel Lubezki.
“Mad Max: Fury Road” di George Miller, che aveva 10 nomination, ha conquistato ben sei statuette, per Miglior montaggio, Miglior montaggio sonoro, Miglior sonoro, Migliori costumi, Miglior scenografia e Miglior trucco.
Unico italiano in lizza, Ennio Morricone, che, dopo aver avuto l’onore della stella sulla Walk of fame, ha ricevuto l’Oscar per la Migliore colonna sonora per il film “The Hateful Height” di Quentin Tarantino. Invece per la Migliore canzone originale è stato premiato Sam Smith per “Writing’s on the Wall”, che accompagna i titoli di “Spectre” di Sam Mendes.
Per quanto riguarda le donne, Brie Larson è la Miglior attrice protagonista per “Room” di Lenny Abrahamson e Alicia Vikander la Miglior attrice non protagonista per “The Danish Girl” di Tom Hooper. L’Oscar per Miglior attore non protagonista invece va a Mark Rylance per “Il ponte delle spie” di Steven Spielberg.
Se l’anno scorso gli Academy Awards erano stati criticati per il maschilismo, quest’anno addirittura la querelle si è fatta razziale: “Nessun Oscar per l’uomo nero”, è stato detto con molta ironia dallo stesso Chris Rock, comico di colore. Non sorprende che il sassolino sia stato lanciato dal regista Spike Lee, il quale però giusto due mesi fa ha ricevuto un premio alla carriera. Non altrettanto clamore ha fatto la critica del mondo gay, che ha sostenuto di non ricordare di statuette date a star apertamente gay. Inutile dire che queste non siano novità e che quando si tratta di competizione il pacco delle critiche sia sempre pieno; tuttavia, benché non tutte le decisioni della giuria del 2016 siano ineccepibili, anzi sono state abbastanza scontate, dobbiamo ricordarci che l’importante è amare e sostenere l’arte del cinema, il boicottaggio è inutile.
Lavinia Consolato