MESSINA. Un allarme lanciato diversi mesi fa, la Commissione dell’Ars riunita per affrontare l’argomento e un impegno preso e non mantenuto. Così la Cisl Messina riaccende i riflettori sull’ospedale Papardo e sulla riduzione del contributo regionale che rischia di creare un depotenziamento dell’offerta sanitaria da parte della struttura. A farlo sono il segretario generale della Cisl Messina, Antonino Alibrandi e il segretario generale della Cisl Medici Giuseppe Costa(nella foto), con i rappresentanti della segreteria provinciale e della segreteria aziendale con Giovanni Cucinotta, Antonio Albanese e Carlo Casile e la segretaria generale della Cisl Fp Giovanna Bicchieri.
«A causa della mancata assegnazione, da parte dell’Assessorato regionale alla Salute, del previsto contributo finanziario utile per l’approvazione sia della dotazione organica sia dell’atto aziendale il rischio concreto è quello di vedere tagliati i servizi all’utenza. Infatti, nonostante l’incremento dei posti letto, il personale si è ridotto passando da 1.494 dipendenti a 1.345 nel 2021 ed il tetto di spesa attribuito dalla Regione è stato ridotto di circa 8 milioni di euro, precisamente da 79,9 milioni di euro del 2017 a 71,8 milioni attualmente previsti», affermano i rappresentanti della Cisl Messina.
L’Ospedale Papardo per tutto il periodo della pandemia è riuscito a rimanere un ospedale misto, garantendo assistenza in sicurezza sia ai malati Covid che a quelli per altre patologie, mantenendo l’attività ordinaria e le attività chirurgiche, con grande sacrifico di tutti i dirigenti medici e degli operatori sanitari.
«Il presidio Papardo – ricordano – ricopre un ruolo strategico per la città e per l’intera provincia di Messina, offrendo prestazioni di alta specialità, come nell’ UOC di Cardiochirurgia, unica della provincia e, inoltre, sarà nuova sede della Facoltà di Medicina e Chirurgia a supporto dell’Università di Messina».
La Cisl di Messina esprime, quindi, viva preoccupazione per la mancata ricostituzione della massa finanziaria e per la non approvazione della pianta organica dell’Azienda Ospedaliera “Papardo” che impedisce l’adeguata programmazione delle assunzioni del personale, «indispensabile per impedire che tutto ciò non ricada inevitabilmente sui carichi di lavoro dello stesso personale e quindi sulla qualità delle cure prestate. È incomprensibile il silenzio dell’assessore Razza e dell’intero Governo regionale perché nonostante sia passato un anno dall’audizione, in VI Commissione Sanità dell’ARS, del Direttore Generale dell’A.O. “Papardo” con il Direttore generale dell’Assessorato alla salute, nulla è stato fatto per risolvere la riduzione del budget assegnato all’Azienda”