Le sigle sindacali continuano ad essere critiche sull’ingresso della Fondazione Giglio nella gestione di alcuni reparti dell‘ospedale di Sant’Agata Militello. La Cgil si accoda all’esposto alla corte dei Conti e chiede alla deputazione regionale di “battere un colpo”, in vista della ridefinizione della rete ospedaliera regionale, imminente.
“Non conoscono rossore né i rappresentanti del governo, né gli esponenti politici locali, nebroidei in primis”. commentano Francesco Fucile, segretario generale della FPCGIL e Antonio Trino, segretario provinciale con delega alla sanità.
“Dopo la lotta portata strenuamente avanti dalla FPCGIL e l’intervento della testata televisiva Report siamo al punto di partenza, segno che il Governo regionale non intende retrocedere sul processo di privatizzazione. Questa notizia – affermano Trino e Fucile -, cade nel momento in cui a Palermo si è insediato un tavolo per ridefinire la nuova rete ospedaliera, per cui non possiamo evitare di pensare che l’anticipato ingresso del gruppo imprenditoriale, rappresenti un particolare favore in maniera di consolidarne la posizione nella futura nuova rete ospedaliera”.
” In tutto questo viene da domandarsi – proseguono sindacalisti -, cosa stia facendo la deputazione messinese. Il loro silenzio è assordante. Il tutto voracemente condito e complicato dalle richieste assessoriali di rientro dal debito strutturale pluriennale delle aziende sanitarie messinesi in un tempo tanto folle, quanto ridicolo, cioè entro il 31 dicembre di quest’anno. Praticamente stanno dicendo “chiudete!”.
“Ad ogni buon conto – concludono Fucile e Trino -, integreremo l’esposto alla Procura della Corte de Conti che fu da noi predisposto ed argomentato, con ulteriore documentazione che, precedentemente, ha reso possibile dimostrare determinate stranezze (ipotesi medici argentini giusto per fare un esempio). Oggi è ancor più consolidata la nostra ipotesi di danno erariale, all’epoca denunciato, perché questa nuova convenzione ha condizioni meno vantaggiose per la Fondazione Giglio, segno evidente che in precedenza si era ecceduto nella concessione dei benefits”.