TAORMINA è in fermento in questi giorni in occasione del "TAOMODA 2018", kermesse di eventi esclusivi che portano un ulteriore ventata di bellezza alla perla dello jonio mescolando cultura, moda, design.
In questo contesto con il brillante coordinamento di MariaTeresa Papale, l'Associazione "Arte & Cultura a Taormina" ha organizzato giovedì al "Giardino degli Ulivi" il "Caffè Letterario" sulla terrazza del Gran Hotel San Pietro. Protagonisti dell'incontro gli autori Manuela Diliberto, Rosellina Salemi e Michele Torpedine, presentati dall'incalzante Catena Fiorello.
Beato tra le donne, è proprio il produttore e manager musicale, che al centro del palco sfoggia orgoglioso la sua capigliatura a "criniera di leone", e che durante la realizzazione di un set fotografico, avvenuto a margine dell'evento, cammina a testa alta con portamento da VIP tanto che i fotografi devono invitarlo a guardare in camera, ma lui raccomanda (scherzando nda) "fate vedere il Rolex però".
Dopo l'interessante presentazione dei libri "Oscura Allegrezza" e "I Mariti Inutili" delle autrici coprotagoniste della serata, arriva il gran finale con Michele Torpedine ed il suo "Ricomincio dai tre", libro autobiografico che racconta successi, fortune e delusioni dal punto di vista di chi ha mosso i fili da dietro le quinte per artisti del calibro di Biagio Antonacci, Giorgia, Andrea Bocelli e Zucchero solo per citarne alcuni.
La presentazione del libro parte spedita dalle pagine che raccontano la storia con il bluesman emiliano, forse la più intrigante, ma anche quella in cui il produttore probabilmente ha investito più soldi e che quindi ha potuto lasciare più degli altri l'amaro in bocca per il risvolto fin ora conosciuto.
"Il torpediniere" stupisce con le sue storie inedite ma anche inaspettate per i tanti fan dei cantati nel pubblico, non risparmia colpi per nessuno, e fa capire che dietro artisti che riescono ad esprimere favolosi brani, è nel momento del cachet e della ricompensa che riescono a far uscire il peggio di se. Affonda anche sul sistema dei talent show, un modo sbagliato a suo avviso per trovare nuovi artisti, spesso vetrina per mettere più in mostra i giudici che i talenti musicali. Ma fa capire anche che lo spirito con il quale ha scritto il libro non ha nessun rancore, nessuno scopo di vendetta "Zucchero era e resta un grande, se amate un artista vi consiglio di giudicarlo per la sua musica e non su altri elementi".
Termina l'incontro, e al firmacopie Torpedine autografa con entusiasmo non solo il suo libro ma anche cd e lp come "Walzer d'un Blues" o "Oro, Incenso & Birra", alla mia domanda "torneresti a suonare con Zucchero o senti debba prima chiederti scusa?" risponde «Tornerei nei Sorapis, è stato divertente, una cosa che mi è piaciuta, non ho bisogno di scuse».
Ed ecco che capisci che l'uomo, o meglio un uomo che cammina a testa alta come Michele Torpedine, più di scuse o grazie preferirebbe essere ricompensato con la semplice verità. Vertità anche sui meriti professionali, che lo ha fatto ricominciare "dai tre", dal "grande amore" dimostrato da Il Volo nei suoi confronti, dal grande amore che lui da musicista, ancor prima che da manager o produttore, nutre per la musica.
Francesco Greco
@FscoGreco