Con l’arresto di Felice D’Agostino si è chiuso il “cerchio dei fraudolenti” indagati dalla Squadra Mobile di Messina, che proprio ispirandosi alla Divina Commedia ha battezzato l’operazione anti corruzione Ottavo Cerchio. L’ingegnere in funzione al Genio Civile di Messina è atterrato ieri a Catania ed ha trovato ad attenderlo proprio gli agenti del vice questore Simone Scalzo, responsabile dell’indagine sotto il coordinamento dei PM Rosa Raffa e Federica Rende.
D’Agostino era all’estero quando è scattata la retata, la scorso 3 marzo. Ha però subito fatto sapere,tramite l’avvocato Pietro Venuti, che sarebbe rientrato in Italia appena possibile, per consegnarsi alla giustizia. Ora è ai domiciliari, in attesa che il Giudice Maria Militello comunichi la data dell’interrogatorio di garanzia. L’ingegnere, oggi in pensione, è accusato di corruzione in concorso.
Secondo la Procura di Messina e gli investigatori della Squadra Mobile, Felice D’Agostino era il terminale, all’interno del Genio, del duo Tavilla-Ferrante, che all’inizio del 2019 vengono intercettati a conversare di espandere il loro giro di lavori e appalti, agganciando funzionari pubblici. Alla fine di gennaio puntano all’Autority, poi scartano questa via perché il contatto cui riescono ad arrivare non ha abbastanza peso all’interno dell’ente per assicurargli le commesse. Si spostano quindi all’ufficio di via Aurelio Saffi.
“Perché i lavoro guarda, ormai ti dico una cosa, se tu mi dici: Marcello..perché Felice, mi ha detto Marcello, dove sei sicuro di fare quei lavori? Su Felice!”, dice Tavilla a Ferrante. Ascoltando il resto della conversazione e le successive, gli investigatori capiranno in fretta chi è il Felice in questione. E dopo il trojan nello smartphone di Tavilla, passano ad ascoltare le registrazioni della cimice piazzata all’interno dello stesso ufficio pubblico.
I due parlano di un tale Felice del Genio Civile avrebbe dato loro indicazioni dell’approvazione della finanziaria regionale e con essa lo sblocco dei lavori di sistemazione idraulica. Ma soprattutto avrebbe indicato alcune imprese compiacenti in grado di passare una parte dei lavori.
“Al massimo una settimana e siamo pronti” dice Tavilla a Ferrante, riferendogli i dettagli di una conversazione appena avuta con il dirigente del Genio: “Sino ad ieri mi ha detto…Marcello…perché Felice…mi ha detto Marcello mi raccomando, perché vedi che mi servono i soldi…Felice, stai tranquillo!..(…) Io gli ho detto dammi 3-4 lavori alla volta”.
“A 160, 170 mila euro alla volta..se te ne da uno che cazzo prendi Marcello?Lui tu da il 10%…”, replica Ferrante “se te ne da 4 o 5 già hai accumulato la bellezza di 700 mila euro”. Qualche giorno dopo in auto Tavilla leggono un articolo, ricavato dai social, che fa menzione di una lunga serie di lavori regionali, sia in città a Messina che in provincia, per lo più lavori di sistemazione dei danni provocati dal dissesto idro geologico. I due sembrano convinti di ottenere i lavori grazie alle loro conoscenze al Genio, che avrebbe anche indicato loro ditte che hanno i requisiti per assicurarsi i lavori e che loro sono in grado di avvicinare.
All’interno degli uffici di via Aurelio Saffi, una volta, Tavilla si incontra direttamente con l’ingegnere. Non sa
che gli agenti lo stanno intercettando. “E questo Giro d’Italia quando comincia?”, chiede Tavilla al funzionario, parlando ancora una volta di lavori di sistemazione delle strade. In un altro dialogo, Tavilla racconta ancora una volta a Ferrante dei dialoghi avuti col dipendente dell’ufficio regionale. Gli spiega che l’ingegnere si sarebbe fatto coinvolgere perché ha bisogno di soldi, forse gravato da prestiti di vario genere:
“Perciò pensa un po’ dice…Marcello io non è che ho questa voglia, a me basta che mi dai 2 mila euro alla volta, io mi levo due cazzi, due cose e sono a posto”.
Secondo gli investigatori, nell’affare c’è anche Giuseppe Micali. Pochi giorni dopo la conversazione tra Tavilla e D’Agostino all’interno degli uffici di via Aurelio Saffi, Tavilla “spedisce” il socio Ferrante e la compagna Cinzia Fiorentino a riferire all’imprenditore di Giampilieri. “…sì, ieri con Cinzia siamo andati, abbiamo parlato, dice che…oggi mi fa sapere tutte cose…le ditte…dice: caso mai lui non riesce mi manda un messaggio che dobbiamo andare caso mai da Felice. Lui ci ha detto: caso mai voi andate e cercate là..non ho potuto capire quello che voleva dire però…queste ditte sue, forse lui Felice lo saprà…”, dice Ferrante a Micali.