Dall’ottobre 2013 l’Acquario comunale di villa Mazzini viene gestito senza alcuna regola. Ufficialmente non si sa chi se ne occupa, non si sa in che modo, non si sa quanti soldi il Comune ha speso per sovvenzionare la struttura che negli anni ha gestito con Università e Cnr attraverso il Cespom, Centro per lo studio delle patologie spontanee degli organismi marini. L’ultima convenzione che fissava regole e criteri per la gestione dell’acquario messinese risale alla fine del 2013, ma l’amministrazione Accorinti probabilmente si è dimenticata di rinnovarla. O meglio, si è ricordata nel giugno 2014, quando l’allora assessore Filippo Cucinotta propose una delibera per la proroga della convenzione per tutto il 2014, delibera che avrebbe avuto effetto reatroattivo e avrebbe coperto l’intero anno, nonostante già questa sia di per se una procedura anomala. Ma non è tutto. La delibera doveva passare in Consiglio comunale, dove però non è mai arrivata, e ancora oggi attende di essere votata. C’è però un parere molto duro dei Revisori dei Conti che non ritengono la spesa per l’acquario tra quelle indifferibili e urgenti e soprattutto segnalano di disconoscere il consorzio che si occupa della gestione della struttura, nonostante lo Statuto preveda che proprio il controllo sui bilanci sia nelle mani dei Revisori dei Conti del Comune che però, evidentemente, non si sono mai visti sottoporre i documenti finanziari dell’acquario. E in questo quadro già fin troppo caotico si inserisce anche la delibera dello scorso 31 marzo con cui l’amministrazione Accorinti riorganizza le partecipate comunali, prevedendo di non mantenere le quote consortili del Cespom. Quindi da un lato puntano alla proroga della convenzione, dall’altro programmano di sciogliere questo consorzio, nel frattempo hanno continuato a pagare i contributi per la gestione della struttura senza che però ci sia un atto che sostenga dal punto di vista economico e amministrativo che sostenga questo impegno finanziario, e in aula propongono una delibera che di fatto è già scaduta e che porta il nome di un assessore non più in carica.
E’ l’intricata vicenda dell’acquario comunale, ricostruita e portata alla luce dai consiglieri comunali dei gruppi Pd che oggi hanno puntato il dito contro quello che ritengono essere il pressapochismo di un’amministrazione alla cui non curanza su certe tematiche i consiglieri non vogliono abituarsi.
«Menefreghismo, negligenza verso un tema che forse non potrà essere sposato per garantire sistemazioni lavorative, per adesso eccessivamente attenzionate dall’attuale esecutivo, ma che merita comunque particolare attenzione» hanno spiegato Emilia Barrile, Simona Contestabile, Giuseppe Santalco, Carlo Cantali durante una conferenza stampa che ha visto anche la partecipazione di Felice Calabrò e di altri consiglieri comunali, come Elvira Amata che da assessore aveva affrontato in prima persona la questione acquario.
I consiglieri hanno ripercorso tutte le tappe di questa vicenda per far emergere gli errori, sia politici che amministrativi, in cui la giunta Accorinti continua a cadere. Anche quando si tratta di tematiche come queste, considerato che indiscutibilmente questa è l’amministrazione più animalista che Palazzo Zanca abbia mai visto.
“Continuano a sbagliare e a chiedere all’aula di votare delibere che poi sono costretti a ritirare e modificare. Siamo di fronte ad un’amministrazione silente, assente, disinteressata, oppure è l’ennesima svista come accade per tutti gli atti che ci sottopongono” ha dichiarato la presidente del Consiglio comunale Emilia Barrile.
Santalco ha rincarato la dose spiegando che si tratta di una questione di rilevanza significativa, soprattutto alla luce del fatto che proprio da quando è arrivata l’amministrazione Accorinti la gestione dell’acquario è finita nell’oblio. “Forse nessuno si è accorto che l’acquario è chiuso da quasi un mese perché da un sopralluogo dei Nas dei Carabinieri è emerso che è privo di un’autorizzazione ministeriale. Oggi tra l’altro non si sa chi lo sta gestendo e secondo quali criteri, siamo di fronte a un potenziale debito fuori bilancio oltre che al fatto che potrebbero scattare reati penali per maltrattamenti di animali”.
A Simona Contestabile è toccato ricostruire tutte le tappe di questa delicatissima vicenda che si trascina ormai dall’ottobre 2013 e a cui l’amministrazione vorrebbe ancora oggi trovare soluzione con una delibera vecchia, superata e che non dice se nel frattempo si è davvero maturato un debito fuori bilancio per i contributi versati in assenza di qualsiasi convenzione.
Carlo Cantali ha invece ricordato la nomina di un componente del Cda del Cespom che a settembre 2013 fece la giunta Accorinti. Si tratta dell’ingegnere navale Salvatore Freni, nomina che destò qualche polemica e che oggi il consigliere comunale ha voluto rispolverare ricordando le richieste fatte al Sindaco all’epoca sulle competenze che avevano portato Freni ad essere nominato nel Cda del Cespom.
A questo punto i consiglieri Pd, oggi uniti a differenza di come li vediamo spesso in aula, chiedono all’amministrazione come giustificherà questo periodo di vacatio da ottobre 2013 a oggi e le spese sostenute fino a oggi e vogliono capire se in questa operazione sia ravvisabile un danno erariale.
«Da chi sarà risarcita la nostra città per la perdita di un servizio, di un’attrattiva che doveva essere implementata al fine di poter vivere di mezzi propri? Sotto il profilo penale, auspicando che a ciò non si debba arrivare, chi risponderà di eventuali decessi dei pesci?» chiedono i consiglieri Pd.
«In verità anche questa vicenda appalesa l’assenza di visione e conseguentemente di pianificazione di questa amministrazione che, oltre a non essere in grado di gestire il quotidiano, non tenta neanche di dare prospettive di sviluppo alla città».
Fancesca Stornante