MESSINA – Si aprono le porte del carcere per Francesco Conti Mica, arrestato dai Carabinieri all’inizio del mese con l’accusa di aver truffato un uomo promettendo l’assunzione alla Forestale in cambio di denaro. Quando la vittima ha capito di essere stato raggirato, è l’Accusa, Conti Mica avrebbe fatto leva sulle conoscenze criminali per evitare la denuncia e avere altro denaro.
Secondo il Tribunale della Libertà, però, l’aggravante mafiosa non c’è e l’accusa è stata riqualificata da estorsione aggravata col metodo mafioso e truffa a truffa semplice. Il Collegio, accogliendo la richiesta dei difensori, gli ha quindi concesso la scarcerazione: passerà il Natale a casa. L’uomo, originario di Tortorici ma da oltre venti anni residente a Santo Stefano di Camastra, era stato arrestato accusato dalla vittima di aver promesso l’assunzione alla Forestale, dietro pagamento di denaro. Il malcapitato aveva già consegnato una bella somma, prima di capire che non avrebbe ottenuto l’agognato posto fisso. Quando ha protestato con Conti Mica, l’uomo avrebbe fatto valere le sue origini e si sarebbe dato aura di mafioso.
“Già subito dopo l’interrogatorio di garanzia – spiegano gli avvocati Nino Favazzo e Lucio Di Salvo – avevamo evidenziato la insussistenza di condotte estorsive e, soprattutto, della aggravante del metodo mafioso. Dalle dichiarazioni della persona offesa, infatti, erano solo emersi fatti di truffa. In attesa di conoscere la motivazione della ordinanza di accoglimento del riesame, il tenore della decisione, ci consente di ritenere che il Tribunale ha escluso la aggravante del metodo mafioso”.