Brandine accatastate l’una sull’altra. Servizi igienici insufficienti. I tavoli della mensa sistemati nel fango. Caldo, polvere e insetti. Una donna sola tra centinaia di uomini. Sono i dati emersi nel corso dell’ultima ispezione del deputato nazionale di Sinistra Ecologia e Libertà, Erasmo Palazzotto. Nel frattempo, la Prefettura di Messina ha indetto nuovamente un bando per espletare un'indagine conoscitiva fra gli Enti pubblici nonché di mercato nell'ambito del privato-sociale per l'individuazione di strutture idonee ad accogliere cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale, in attesa di inserimento nei centri governativi ovvero nel circuito SPRAR. La predetta indagine concerne anche l'attività di accoglienza ed assistenza, si legge nel comunicato prefettizio. Gli interessati dovranno presentare domanda di partecipazione entro “e non oltre le ore 10 del giorno 18 aprile 2014”. Il precedente bando, molto simile a questo, è andato deserto per i diversi vincoli – soprattutto di agibilità – imposti per l’individuazione di luoghi idonei. Nel frattempo, nel corso dell’ultimo tavolo prefettizio, il Prefetto Trotta dichiarato che verranno allestite altre tende nel campo da baseball del PalaNebiolo.
Dopo l’arrivo di 360 migranti sbarcati direttamente a Messina dal mercantile “Prospero”, è stato riaperto il palazzetto sportivo chiuso lo scorso novembre per motivi igienico-sanitari. E basterebbe un’occhiata alla distesa di brande incollate l’una accanto all’altra per capire il perché. Se a Novembre gli ospiti erano 180, ora la palestra è allestita per almeno il doppio, dunque completamente ricoperta di brande – la maggior parte senza materasso – alcune delle quali accatastate l’una sull’altra, in una versione arrangiata e traballante di un “letto a castello”.
In tutto, tra Palazzetto sportivo e tende, sono 343 migranti. 130 sono stati trasferiti venerdì e 117 sono scappati. Dei 130 trasferiti, sono state trasferite le donne, una quindicina di minori circa e altri migranti appartenenti al gruppo che risiede da più tempo nel campo – attualmente quello giunto il 19 Marzo.
Le donne erano ventuno, più una incinta di tre mesi ricoverata al Papardo, oltre la madre con il bambino accolta in una famiglia tramite l’associazione Ai.bi. le donne trasferite sono in tutto sette, le altre si sono allontanate dal campo. Una è rimasta nella tendopoli, a causa di una distorsione muscolare ad una gamba che la costringe a letto. Ritrovandosi così unica donna in un campo di 343 uomini, la ragazza, inoltre, dichiara di avere sedici anni ed è visibilmente adolescente. L’assessore Filippo Cucinotta e la mediatrice Clelia Marano hanno subito allertato l’assessore Nino Mantineo e i servizi sociali, per trovare una soluzione. Dopo un paio di ore è stato individuato un posto più idoneo per la ragazza, che in tutto questo si rifiuta di farsi identificare e di fare il C3, che rappresenta il primo passaggio burocratico per la domanda di richiesta d’asilo. il problema è che, secondo la direttiva Dublino varata dall’Unione Europea, i migranti non possono spostarsi altrove, se hanno fatto richiesta d’asilo in un paese. Eventualità che terrorizza la ragazza, dovendo raggiungere suo zio in Svezia, per lavorare. “In Italia non c’è lavoro, qui potrei solo fare la serva” commenta, risoluta, con una lucidità ammirevole. C’è da dire, che molti paesi dell’Unione fanno un eccezione alla direttiva Dublino per i migranti che provengono dall’Italia, essendo i livelli d’accoglienza offerti dal nostro paese talmente bassi da garantire a queste persone quasi un secondo diritto all’asilo politico negli altri paesi europei.
I sanitari disponibili nel palazzetto sono sei, più quattro negli spalti del campo. Stesso discorso per le docce. Le tende che si sono liberate con il trasferimento dei 130 migranti di ieri, verranno occupate da una parte dei migranti ospiti nel palazzetto. Otto per ogni tenda. Indescrivibile la desolazione delle condizioni di vita nella tendopoli. La mensa versa in condizioni pessime: fango nelle parti tutt’oggi scoperte, mentre nelle restanti, la copertura plastificata si è logorata al punto di confondersi con il fango. Dell’erba cresce nei margini della tenda-refrettorio. Il foglio con i loro diritti è fissato nell’ingresso della grande tenda usata da refettorio, in modo che chi entra se lo ritrova di spalle Alcuni migranti sono seduti lì, anche se è lontana l’ora di cena, guardano un televisore collocato nella parete frontale l’ingresso, acquistato in seguito ad una colletta realizzata tra gli operatori del campo. La moschera, ricavata in un angolo della parte inferiore degli spalti, è ben tenuta. Palazzotto ha ribadito la necessità di un’adeguata assistenza medica, psicologica e giuridica di queste persone.
Tutt’intorno imperversano gli insetti insieme all’afa. È evidente che se durante la stagione invernale la grande nemica di chi vive nel campo è stata la pioggia, con la bella stagione sarà il caldo. Già nelle tende la temperatura raggiunge livelli insopportabili.
Circa cento persone sono scappate durante la giornata di giovedì. “Questo luogo che è stato scelto grazie alle sue caratteristiche favorevoli al controllo e alla sorveglianza – è il commento amaro e sarcastico dell’assessore Cucinotta – ma con la fuga di oltre cento persone è chiaro che non è evidentemente così ermetico. Perciò si potrebbero riprendere in considerazione,a questo punto, luoghi – come il residence dell’Annunziata – che all’epoca dei primi sopralluoghi sono stati scartati per mere motivazioni securitarie”.
Tra i membri della delegazione che è entrata al PalaNebiolo, anche Carmen Cordaro, avvocato del circolo Arci Thomas Sankara, accompagnata da Renè Abu Jouh, che ha fatto da mediatrice al gruppo, interagendo a lungo con la ragazza rimasta nel campo. L’avvocato Cordaro ha raccolto nuovo materiale da allegare all’esposto in Procura presentato dal Circolo Arci contro l’uso del polo sportivo per le pratiche di prima accoglienza riservate ai migranti. Nel pomeriggio, si è svolto di fronte i cancelli del centro, un sit-in indetto dal Teatro Pinelli, Circolo Arci Thomas Sankara, diversi membri di Cambiamo Messina dal Basso e semplici cittadini, contro le modalità di accoglienza messe in atto a Messina.
”La struttura è inadeguata” ha commentato Erasmo Palazzotto – gli adempimenti descritti e sollecitati dopo le varie visite non sono stati compiuti. Mi rendo conto che i membri della cooperativa che gestisce il campo stanno facendo uno sforzo enorme per fronteggiare l’emergenza. Ribadisco che nemmeno dal punto di vista dell’emergenza questo è un posto dignitoso per gli esserti umani. Il Ministero dovrà rispondere di questo enorme campo profughi in cui è stata trasformata la Sicilia”.
Eleonora Corace